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15 aprile 2014  ore 21,00 Cinema Kappadue

regia di Mario Monicelli
con Anna Magnani e Totò.

Martedì del festival

 

Ampiamente sottovalutato nell’anno in cui uscì, il 1960, in realtà “Risate di gioia” è un film che ha vari pregi, primo fra tutti quello di avere riunito sullo stesso set, per la prima e unica volta, due grandi attori italiani come Anna Magnani e Totò che pure, negli anni della guerra, avevano spesso lavorato fianco a fianco nel varietà.
Destinato in un primo momento a Luigi Comencini, che rifiutò la sceneggiatura scritta da Suso Cecchi D’Amico (con la collaborazione di Age e Scarpelli), il film fu diretto da Mario Monicelli, fresco reduce dal Leone d’oro assegnatogli per “La grande guerra” alla Mostra del Cinema di Venezia del 1959.
Restaurato in digitale dalla Cineteca di Bologna e Titanus, in collaborazione con Rai Cinema, “Risate di gioia” viene proposto dai Martedì del festival, rassegna organizzata dall’Ufficio Cinema del Comune di Verona, martedì 15 aprile al cinema Kappadue. E’ l’occasione per vedere una commedia poco conosciuta che non ebbe il successo che meritava. A dire il vero, prima del ciak, non poche furono le perplessità, a partire dalla stessa Anna Magnani che, dopo aver vinto nel 1956 l’Oscar come migliore attrice per “La rosa tatuata” e quindi essersi affermata a livello internazionale, temeva di appannare la propria immagine girando al fianco di un artista come Totò, allora snobbato dai critici più quotati e ritenuto più che altro un attore di serie B.
Allo stesso Monicelli fu consigliato di lasciar perdere; dopo il successo dei “Soliti ignoti” e “La grande guerra”. In molti lo spingevano verso progetti più ambiziosi, ma lui tirò dritto e il film ebbe inizio, girato esclusivamente di notte, per quaranta notti consecutive. Circostanza, questa, che costò grossi sacrifici a Totò, all’epoca quasi cieco e parecchio appesantito, a causa dello scarso movimento cui la malattia agli occhi lo costringeva.
Eppure tutto andò per il meglio: Nannarella e il principe De Curtis si trovarono a loro completo agio lavorando assieme. Accanto a loro c’era un giovane Ben Gazzara che la stessa Magnani aveva consigliato a Monicelli per il ruolo di Lelio, un ladruncolo che cerca di intrufolarsi in ogni festa della bella società per rubare qualcosa.
Contrariamente al titolo, “Risate di gioia”, che si svolge la notte di Capodanno, è venato di malinconia e le gag e le battute che pure non mancano non bastano ad attenuare l’atmosfera dolente che vi aleggia. La storia che il film racconta, del resto, è quella di tre “poveri diavoli”, tre persone che tirano avanti in attesa che qualcosa possa cambiare la loro vita.
Gioia, detta Tortorella, (Anna Magnani, per l’occasione in parrucca bionda) è una comparsa di Cinecittà che s’accontenta di piccoli ruoli sognando il salto di qualità. Anche Umberto Pennazzuto, detto Infortunio (Totò), è un artista che vive di espedienti e si accompagna a Lelio, furfante patentato (Ben Gazzar). I tre si ritrovano a trascorrere insieme l’ultima notte dell’anno che riserverà loro un’amara sorpresa: Gioia viene accusata di furto (commesso in realtà da Lelio) e rinchiusa in carcere dove resta otto mesi. Quando esce, troverà ad aspettarla il suo amico più fidato, Umberto.
La storia è tratta dalle due novelle Le risate di Gioia e Ladri in chiesa, pubblicate nei “Racconti romani” di Alberto Moravia.
Proiezione alle ore 21.00 al Cinema Kappadue, via Rosmini 1.
Biglietti: 5,00 € intero, 4,00 € ridotto, 3,50 € over ’60.
Sito web: www.imartedidelfestival.comune.verona.it

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