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Il 9 luglio debuttano in prima nazionale al Teatro Romano I rusteghi di Carlo Goldoni Repliche il 10, 11, 13 e 14 luglio.

Venerdì 10 luglio alle 17.30 la compagnia incontrerà il pubblico presso la Biblioteca Civica, via Cappello 43. L’incontro, a ingresso libero, sarà condotto dalla giornalista Betty Zanotelli.

 

 

Dopo Rosencrantz e Guildenstern sono morti di Tom Stoppard che ha felicemente inaugurato il 67esimo Festival Shakespeariano dell’Estate Teatrale Veronese, il testimone passa a Carlo Goldoni, a un suo classico che da anni non era rappresentato al Teatro Romano.


Del grande commediografo veneziano andranno in scena, il 9 luglio alle 21.15 in prima nazionale, I rusteghi nell’allestimento del Teatro Stabile del Veneto - Teatro Nazionale con la regia di Giuseppe Emiliani. In scena un affiatassimo gruppo di attori specialisti nel repertorio goldoniano: Alessandro Albertin, Alberto Fasoli, Piergiorgio Fasolo, Stefania Felicioli, Cecilia La Monaca, Michele Maccagno, Maria Grazia Mandruzzato, Margherita Mannino, Giancarlo Previati e Francesco Wolf. Repliche il 10, 11, 13 e 14 luglio.

Dopo il debutto veronese lo spettacolo sarà in scena, nella prossima stagione invernale,a Venezia, Padova, Trieste, Vignola, Cesena, Prato e Brescia.

Scritta nel gennaio 1760 a chiusura del Carnevale, la commedia fu rappresentata per la prima volta al Teatro San Luca di Venezia il 16 febbraio con il titolo La compagnia dei selvadeghi, o sia i Rusteghi suscitando grande entusiasmo nel pubblico, tanto che nell’edizione Pasquali del 1762 Goldoni stesso dichiarò: «Il pubblico si è moltissimo divertito, e posso dire che quest’opera è una delle mie più fortunate, perché non solo in Venezia riuscì gradita, ma da per tutto, dove finora fu dai comici rappresentata».

«Quando scrive I rusteghi – spiega il regista Giuseppe Emiliani – Goldoni è un intellettuale sempre più lucido, aperto alle esperienze e alla cultura europea (nel 1760 avverrà il famoso contatto epistolare con Voltaire), più filosofo insomma, nel senso settecentesco del termine. I rusteghi nascono anche da questa attenzione ai “lumi” che vengono dall’Europa, e permettono un giudizio più ampio sulla società veneziana. I “rusteghi” del titolo sono quattro uomini (sulla quarantina, non i vecchi entrati nell’immaginario del pubblico) alle prese con un eros inquieto e perturbante, con famiglie difficili da governare e con affari ancora prosperi ma già minacciati dalla crisi. Sono quattro “rusteghi” che – prosegue Emiliani – si sentono minacciati dai grandi rivolgimenti che stanno per toccare Venezia e riescono a esistere soltanto nel chiuso delle loro mura domestiche dove agiscono con prepotenza insopportabile vietando visite, divertimenti, sprechi e frivolezze e ogni minima forma di ozio, soprattutto il teatro. Considerano il teatro luogo di corruzione e di spreco, come il carnevale che c’è fuori e a cui è vietato partecipare. Ma il carnevale negato, alla fine irromperà lo stesso nelle stanze serrate e austere, con tutta la sua carica di comicità trasgressiva. Netta, evidente – conclude Emiliani – è la polemica di Goldoni con il conservatorismo ormai rozzo della classe cui apparteneva e in cui aveva per molto tempo ciecamente creduto».

La commozione finale dei quattro “rusteghi”, occasionalmente sconfitti, non prelude a significativi cambiamenti. Questa la sottile crudeltà sottesa alla commedia. E la sua straordinaria modernità.

Venerdì 10 luglio alle 17.30 la compagnia incontrerà il pubblico presso la Biblioteca Civica, via Cappello 43. L’incontro, a ingresso libero, sarà condotto dalla giornalista Betty Zanotelli.

 

 

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