Giovanna_Caserta_Jana_Balkan_2011_ppIn occasione della edizione numero 3 di "Sguardi", Festa/vetrina del teatro contemporaneo veneto, abbiamo incontrato Giovanna Caserta (Jana Balkan – cofondatrice della storica compagnia Teatro Scientifico) per un'intervista esclusiva.

Teatro Scientifico è una delle realtà culturali più all'avanguardia nell'ambiente veronese, ma è anche prossima a raggiungere i cinquant'anni di attività.

Come siete cambiati in questi anni e dove, invece, siete rimasti fedeli ai vostri motivi ispiratori, anche in relazione al cambiamento della società e delle proposte veronesi?

Il nostro teatro ha sempre seguito due filoni: da una parte la ricerca e la sperimentazione di nuovi linguaggi (partendo dal teatro e dalla scuola di Grotowski, Julien Beck e altri  "mostri" sacri della nostra formazione,  nostri maestri degli anni 60/70), dall'altra la ricerca intesa come recupero filologico e antropologico che ci ha portato a lavorare su testi "dimenticati" o trascurati (come "Sofonisba" di Trissino), o su autori come Ruzante, o generi come la Commedia dell'Arte. Abbiamo amato molto la ricerca, Ezio ed io, quando ancora non era accettata e viveva nelle cantine (nel teatro cantina che aveva Carmelo Bene dalle parti di piazza di Spagna abbiamo rappresentato il nostro "Mein Kampf", in quello di Giancarlo Nanni a Porta Portese "Il Principe", in quello di Giancarlo Sepe "Edoardo II"). Se penso al coraggio di quelle rappresentazioni, alla loro forza esplosiva in tutti i sensi, alla loro potenza iconoclasta... oggi quel furor si è in parte placato e si è incanalato su altri percorsi di ricerca e di impegno.

Tra le persone che vi hanno sostenuto in questi ultimi decenni (soprattutto, dopo la perdita di Ezio Maria Caserta), chi ricordate con più stima e affetto?

L'elenco di chi si è stretto attorno a noi dopo la tragica fine di Ezio è lungo. Non mi sento di ricordare solo alcune persone perché molti sono gli amici, sia nell'ambito artistico che in quello non artistico, veronesi e non, che ci hanno sorretto e appoggiato, che hanno creduto in noi e ci hanno spronato a proseguire.

C'è un gruppo di "fedelissimi" che vi segue da sempre?

Sì, e mi commuovo sempre quando vedo arrivare ormai coi capelli bianchi quelli che ci seguivano - allora ragazzi o studenti - al vecchio Teatro Laboratorio. A loro si sono aggiunti nel corso degli anni nuovi giovani e altre generazioni curiose e avide di conoscenza e di passione.

Oltre alla produzione di spettacoli teatrali e laboratori, fin dal 1970 vi siete impegnati nell'organizzazione di Festival, coinvolgendo compagnie da tutto il mondo. Quanto conta la collaborazione e il confronto, nel vostro modo di lavorare?

Tanto, perché è anche dal confronto che nasce il ripensamento sul proprio lavoro e siamo aperti da sempre alle collaborazioni .

Con questa terza edizione di "Sguardi" ospitata qui a Verona (dal 18 al 21 settembre 2013), portate a compimento un progetto a lungo accarezzato. Come ci siete arrivati e che cosa rappresenta per voi?

In realtà questa sarebbe la quarta edizione, perché la prima l'avevamo chiamata numero 0 (Padova 2010), poi seguita da quella di Venezia (2011) e Belluno (2012). È un progetto importante per la nostra associazione (PPTV, Produttori Professionali Teatrali Veneti), in gran parte autofinanziato, e intendiamo allargarlo al Triveneto dall'anno prossimo. È una "vetrina" che permette a varie compagnie, non solo "storiche", ma anche giovani ed emergenti di far conoscere il proprio lavoro. Il Veneto è una regione ricca di fermento e creatività. Verona, città d'arte e di teatro, non poteva mancare. "Sguardi" è un festival itinerante e ogni anno si svolge in una città diversa del Veneto.

In questi ultimi mesi del 2013, Teatro Scientifico continua a proporre un ricco cartellone di appuntamenti, con feste e rassegne ospitate nella sede dell'Arsenale, oltre alla nuova produzione "Edema/Medea". E quali sorprese ci riservate per il futuro?

Vorremmo dare la cultura dell'ospitalità e l'ospitalità della cultura, proseguire in quella che vorremmo diventasse la "casa degli artisti", un laboratorio permanente di idee in relazione col nostro territorio e con la sua/nostra storia: un Teatro Laboratorio che produce spettacoli, ma anche che li ospita e li accoglie con un occhio di riguardo per i giovani, permettendo agli artisti di avere uno spazio dove provare, creare, confrontarsi e al pubblico di condividere le nostre proposte e i nostri progetti. Un teatro per tutti, da tenere sempre aperto tutto il giorno con attività di spettacolo e di formazione.

- Simone Rebora

www.teatroscientifico.com

powered by social2s