Reverse_Mattia_CacciatoriCon l'inizio del nuovo anno, VeronaLive ha incontrato Nicola Gastaldo, Federica Collato e Michele Pistaffa di Reverse. Un nuovo appuntamento dell'inchiesta sulle realtà associative in città, per esplorare questa volta il mondo dell'autoproduzione e della sostenibilità.

"Reverse promuove la ricerca di un pensiero alternativo, da declinare negli ambiti sociale, culturale, economico ed ambientale, ponendo al centro l'uomo e la qualità della vita, le relazioni interpersonali ed il rispetto dell'ambiente". In questi quattro anni di attività, come avete tradotto in "azione" questa vostra "filosofia"?

Sin dall'inizio ci interessa dimostrare che quando si parla di temi di sostenibilità, in senso ampio come descritto, si parla soprattutto del vivere quotidiano e delle scelte o dei gesti che esprimono il nostro modo di pensare e vedere il mondo. Come associazione culturale abbiamo sempre cercato di proporre delle alternative: un modo diverso di utilizzare gli scarti di produzione, un'attenzione differente a come arrediamo i nostri spazi di vita, un senso critico che aiuta a giudicare meglio un oggetto se lo facciamo da noi e comprendiamo quali sono i processi, i materiali, il lavoro che si mettono in gioco. Tra eventi, installazioni, laboratori abbiamo sempre cercato di dare spazio a questi temi a noi cari. Il sito www.reverselab.it contiene anche i dettagli di tutte le nostre attività negli anni.

Reverse nasce nel 2010 come associazione, ma nel 2013 diviene anche impresa sociale, con una nuova sede per gli eventi, tanti laboratori e uno shop per i prodotti. Ci potete raccontare più nel dettaglio l'evoluzione del vostro progetto?

All'inizio eravamo tre amici con una passione per i materiali di recupero, per la loro forma, per i progetti socialmente ed eticamente attivabili su questi temi. Tra installazioni, eventi e laboratori di autoproduzione l'associazione culturale è cresciuta, si è fatta conoscere anche fuori Verona e si è ampliata. Nel 2011 abbiamo deciso di rivedere parte del progetto in veste imprenditoriale e abbiamo candidato il nostro business plan ad un bando regionale che poi abbiamo vinto e dal quale è nata Reverse Impresa sociale. Ora l'associazione culturale (rinominata Reverse Lab) convive con Reverse Impresa e con altre realtà, sia associative che di liberi professionisti, in uno stesso spazio che è il Canarin (in Via Giolfino, 4). Una convivenza quotidiana attiva, fertile e stimolante.

Nell'ultima edizione di ArtVerona, siete stati una delle realtà più attive della sezione Independents, dedicata al non profit e all'associazionismo. Quanto conta per voi "fare rete" con altre realtà?

Attivare progetti di relazione con esternalità positive per il territorio e la comunità è uno degli obiettivi di Reverse, sia come associazione che come impresa. È impensabile ed inefficiente muoversi da soli, i risultati sono maggiori quanto più sono condivisi, progettati con gli attori che sono interessati nel processo, vissuti da tutti. Fare rete, indagare il territorio e chi si possa coinvolgere, valorizzare risorse e materiali già a disposizione, condividere con la comunità i risultati e viverli: sono questi i punti di forza dei progetti che ci piacciono di più.

Quale, invece, il rapporto con il Comune e le principali istituzioni? Avete già avuto occasioni di collaborazione, di usufruire del loro supporto (o di denunciane l'assenza)?

Il Comune di Verona ci conosce, con l'Ecosportello abbiamo collaborato organizzando dei laboratori di autoproduzione, partecipando ai vari Ecodays di sensibilizzazione per una maggiore coscienza a livello ambientale. Ci sarebbe piaciuto abitare e dare nuova vita a spazi meravigliosi non utilizzati da tempo, come i Magazzini Generali o l'Ex-Arsenale, ma questo non è stato possibile e ora abitiamo felicemente al Canarin.

Che tipo di territorio offre, la città di Verona, per le vostre iniziative sociali e culturali? Quanto il fermento e l'interesse, e quale il pubblico più sensibile alle vostre proposte?

Verona sta vivendo una nuova primavera a livello di attivismo culturale, sia associazionistico che di nuova impresa. Ci sono giovani capaci che, forti dei loro studi o di esperienze all'estero, si stanno mettendo alla prova a casa loro e questa è una fortuna che la città deve forse ancora comprendere a pieno. Speriamo lo faccia presto e che ci siano luoghi e spazi di contaminazione proprio con i cittadini e che non ci si ritrovi a parlare di virtuose nicchie. Il nostro pubblico è vario, spazia negli anni, dai giovanissimi che partecipano ai nostri laboratori ai giovani che acquistano i nostri prodotti. Sono sempre persone attente al progetto Reverse e ne condividono gli obiettivi.

Qualche anticipazione sulle vostre iniziative future?

Ad aprile partirà AUT, un progetto di collaborazione con il Carcere di Montorio. Con alcuni cicli di laboratori di autoproduzione ci trasferiamo dentro le mura della casa circondariale per seguire dei gruppi di detenuti che progetteranno e realizzeranno con i loro scarti degli arredi per la biblioteca del carcere. Partire dall'idea progettuale, indagare con i detenuti sui materiali e su tutto ciò che può essere utile e bello avere nello spazio della lettura, un luogo che può diventare davvero di supporto.

E, come di consueto, chiudiamo una serie di domande più "tecniche". Qual è la natura della vostra associazione (Fondazione, Non Profit, Onlus)?

Reverse Impresa sociale è associazione culturale - ente commerciale - impresa sociale, no profit

Reverse Lab è associazione culturale, no profit

Risulta iscritta al registro provinciale, regionale o nazionale?

No, nessuna delle due.

Siete attivi prevalentemente sul territorio o anche al di fuori?

Prevalentemente a Verona ma abbiamo collaborato per progetti nel nord Italia, Milano, Venezia, Padova, Bologna, Trento.

Quanti sono i soci? Quanto spesso e dove vi riunite?

Reverse Impresa è composta da 3 soci lavoratori, facciamo riunioni settimanali e ci vediamo ogni giorno.

Reverse Lab conta più di mille associati di cui una decina decisamente attivi che si riuniscono più o meno mensilmente.

Come reperite in genere le risorse per finanziare i vostri progetti?

Reverse Impresa con la vendita di prodotti e allestimenti o progetti realizzati ad hoc, con i laboratori e i progetti di collaborazione che stiamo seguendo (un grosso contributo di certo è stato il Bando Regionale).

Reverse Lab si sostiene con le tessere associative annuali e con gli eventi che organizza.

            Simone Rebora

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