GIULIO_CESARE_CupaiuoloBruto2_CGiuseppe_DistefanoGiovedì 20 febbraio al Teatro Camploy alle 20.45 
Di Andrea Baracco
Compagnia Benvenuti

 

Nell’ambito dell’Altro teatro (rassegna organizzata dal Comune di Verona in collaborazione con Arteven) va in scena Giulio Cesare (Julius Caesar) di William Shakespeare.

Di Andrea Baracco la regia di questo spettacolo proposto dalla Compagnia Benvenuti di cui il regista è anche direttore artistico. Ne sono interpreti Giandomenico Cupaiuolo (Bruto), Roberto Manzi (Cassio), Ersilia Lombardo (Calpurnia), Lucas Waldem Zanforlini (Casca e Ottaviano), Livia Castiglioni (Porzia) e Gabriele Portoghese (Marc'Antonio). L’adattamento e la traduzione sono dello stesso Baracco e di Vincenzo Manna, giovane drammaturgo italiano che negli ultimi tre anni ha collezionato importanti riconoscimenti a livello nazionale.Su invito dello Shakespeare’s Globe Theatre questo spettacolo è stato selezionato per il Globeto Globe Festival 2012 dove ha rappresentatol’Italia agli eventi culturali collaterali alle Olimpiadi e alle Paralimpiadi di Londra del 2012.

Formatosi e perfezionatosi all'Accademia Nazionale d'Arte drammatica Silvio D'Amico, Baracco si è cimentato negli anni con autori classici (soprattutto Sofocle e Shakespeare) e contemporanei con una predilezione per la drammaturgia britannica, in particolare Harold Pinter, Alex Jones e Caryl Churcill.

«Nel Giulio Cesare – dice Baracco – Shakespeare mette in scena una società in via di estinzione, una società colta nell’attimo terminale del proprio crollo, vittima del suo fallimento intellettuale, spirituale e politico. Shakespeare scatta una “fotografia” di una Roma livida e ferocemente allucinata dove sullo sfondo, al di là dei colli e dei monumenti, compaiono le nitide sagome di avvoltoi e di famelici cani rabbiosi pronti a scagliarsi con insaziabile violenza addosso a corpi mal conciati dal crollo fisico e nervoso. La Roma disegnata da Shakespeare è una città che vive sotto un cielo di piombo, sotto l’ombra di un’ingombrante corona di ferro, una città di silenzi che si fanno culla di improvvisi rumori, assordanti. È una Roma – prosegue il regista – dove si sentono scrocchiare mandibole e strofinare violentemente mani l’una contro l’altra (Casca), in cui i corpi, sfiorandosi, producono sordi suoni di lamiera (i congiurati tutti). È una Roma che suona di passi solitari e furtivi (Cassio), di verità indicibili che esplodono in pensieri assordanti, in sogni maldestri (Cesare e Bruto), in visioni apocalittiche nate da menti di donne sterili (Porzia). Il senso ultimo del testo di Shakespeare non è incentrato – conclude Baracco – né sulla figura di Giulio Cesare (che infatti Shakespeare fa morire a metà del III atto), né su quella dei suoi assassini, né su un episodio della storia romana. Pone invece l’accento sulla violenza in quanto tale e sulla sua origine: una violenza non controllata che nasce dall’incertezza, dalla precarietà e soprattutto dalla crisi».

Il testo shakespeariano è mantenuto quasi nella sua totalità. Sono stati effettuati degli snellimenti e dei tagli volti a rendere più veloce, scorrevole e incisiva la progressione della storia. L’ambientazione è contemporanea.

Prevendita tramite circuito GETICKET (numero verde sportelli Unicredit Banca abilitati 800323285) e CALL CENTER (tel. 848002008). Biglietti on line su www.geticket.it e su www.arteven.it. Servizio biglietteria anche presso BOX OFFICE (via Pallone 16 tel. 0458011154) e al Teatro Camploy dalle ore 20.00 di venerdì 31 gennaio.

Informazioni ai numeri045/8008184-8009549, sul sito www.laltroteatro.comune.verona.it,

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