sogno_cantieri_invisibiliL’Estate Teatrale del Camploy inizia mercoledì 1 luglio con Sogno di una notte di mezza estate di William Shakespeare nell’allestimento di un’associazione culturale veronese di recente formazione: Cantieri Invisibili. Regia di Mario Gonzalez, artista di fama internazionale. Repliche sino al 4 luglio.
 
Fate, maghi, incantesimi e innamoramenti che riguardano sia gli umani che gli abitanti del bosco. Con Sogno di una notte di mezza estate, scritto da William Shakespeare tra il 1595 e il ‘96 inizia la stagione 2015 dell’Estate Teatrale al Camploy, luogo da sempre votato alla sperimentazione e all’innovazione. A portarlo in scena – il debutto è previsto la sera dell’1 luglio alle 21.15 – è un’associazione culturale veronese di recentissima nascita (ufficialmente 15 giugno 2015): Cantieri Invisibili, di cui sono soci Alberto Bronzato, da sempre “anima” di Estravagario Teatro, Riccardo Pippa e Matteo Spiazzi. Questo Sogno quindi rappresenta il loro “battesimo” artistico. A dirigerli un regista di fama internazionale come Mario Gonzalez, nato in Guatemala e molto attivo in Francia dove è una vera celebrità. In Italia invece è conosciuto soprattutto per l’attività di pedagogo nelle più importanti accademie teatrali e in particolar modo per il lavoro sulla maschera e sul clown.
La realizzazione del Sogno da proporre nei teatri e nelle piazze era da tempo nei progetti di Cantieri Invisibili. L’incontro con Gonzalez, a Verona per un laboratorio sulla maschera organizzato per l’Università, ha rappresentato la spinta decisiva. «La maggior parte delle prove – spiega Bronzato – si sono svolte a marzo in Andalusia, ad Alanis de la Sierra, un piccolo paese a due ore da Siviglia. In questo Sogno siamo cinque attori che interpretano i quindici personaggi della commedia e interagiamo in uno spazio che è una sorta di circo, con una scena circolare e una tenda rossa da cui usciamo e dietro la quale ci cambiamo. Il ritmo è molto serrato». Quanto al testo, la riduzione principale riguarda il personaggio di Puck che qui «è un essere più simile ad un mago che a un folletto: è muto, non ha padroni e insieme alla fate si prende gioco degli innamorati e degli artigiani dentro il bosco». Gonzalez ha dato dunque allo spettacolo un’impronta tutta sua. Ecco allora che l’intreccio sentimentale pensato da Shakespeare con le nozze tra re Teseo e Ippolita, regina delle Amazzoni, gli amori contrastati tra Ermia e Lisandro, tra Demetrio ed Elena e ancora le liti, nel regno delle fate, tra il re Oberon e la regina Titania, entrambi invaghiti dello stesso ragazzo, assumono una veste particolare. Al centro di ogni scena, infatti, il regista mette i clown, che diventano così i protagonisti della commedia. «Ma questo non significa – conclude Bronzato – fare giocoleria o improvvisare gag. Noi recitiamo il Sogno. Le parole sono quelle di Shakespeare, ma il rapporto con il pubblico è molto diretto». Accanto a Bronzato in scena ci sono Isabella Macchi, Riccardo Pippa, Matteo Spiazzi e Margherita Varricchio. Scene di Debora Pozza, costumi di Antonia Munaretti, disegno luci di Alberta Finocchiaro e Nicolò Pozzerle. Dopo la “prima” di mercoledì 1, lo spettacolo replica le sere del 2, 3, 4 sempre alle 21.15.

 

posto unico         € 10,00

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