Il 28 settembre 1966 Lucy Lippard organizzava presso la Fishbach
Gallery di New York un’esposizione intitolata Eccentric Abstraction
(con L. Bourgeois, E. Hesse, B. Nauman, K. Sonnier, ecc.). La mostra
presentava artisti che con le loro opere reagivano alla perentorietà
monumentale delle strutture primarie: si trattava di oggetti
“eccentrici”, realizzati con materiali spesso precari e morbidi, che
assumevano forme sensuali e libere.
Ebbene, tutta l’opera di David Lindberg si fonda su trame
complesse e su una sintassi visiva che sembra accostare materiali
inconsistenti e senza particolari connotati (come tessuti e giornali),
congelando il tutto sotto la trasparenza inquietante e insieme leggera
della resina epossidica (la stessa che si usa per costruire lo scafo
delle barche). Una trasparenza che lascia intravvedere tutti i processi
del lavoro, in cui l’artista si limita a disporre un rapporto pratico o
visivo e ad avviare il fenomeno, che poi in qualche modo viene portato
a compimento dalla resina artificiale. Essa non si riduce a mettere a
fuoco (quasi sotto una lente) i materiali impiegati, ma interagisce
direttamente con essi. Diventa simile a una strana pelle che,
solidificandosi, mostra una sorta di porosità superficiale o,
all’incontrario, fa intuire la profondità imperscrutabile del sistema
sanguigno.
Si tratta sempre di un’idea di corpo a venire indagata, con il
registro dei suoi accessi, l’indice dei suoi posti, delle sue
posizioni, dei suoi piani, dei suoi recessi. Non un corpo descritto, ma
un corpo alluso, come fosse un’”agitazione browniana di balzi e
rimbalzi di particelle, di molecole”.
Ed è così anche quando si parla di luogo (di un alveare con le sue
celle): è ancora questione di un habitat vivo, pulsante, fornito di
specchi, in cui la figura umana si diffonde, si sparge, si apre.
La distanza rispetto alle opere dell’”Astrazione eccentrica” è tutta
qui: allora si voleva fondere l’ambiente dell’arte con lo spazio della
vita. Lindberg pensa e dimostra che l‘arte è vita tout court: è
tattilità, sensitività, visibilità.
Catalogo a cura di Luigi Meneghelli.
Data inizio: 17-09-2005
Data fine: 05-11-2005
Orario: da Ma. a Sa. 9-13; 15.30-19.3
Luogo: STUDIO LA CITTA’
Indirizzo: Via dietro Filippini 2 37121 Verona
Telefono: 045597549
Fax: 045597028