dal 25 novembre al 31 gennaio 2007
“Still life”: natura morta. Ma più letteralmente “vita
immota, silenziosa”: rappresentazione di un oggetto discreto, umile che si fa
“forma fluens”, presenza animata, luogo di sensibilità visiva.
L’aveva
insegnato il Manierismo, il movimento
più alto di questo genere pittorico, con le sue trasgressioni ingegnose, i suoi
artifici, le sue metamorfosi. Ebbene, gli “Still life” dell’americano Timothy
Tompkins (Long Beach, California, 1967), vibrano anch’essi d’aria, di luce, di
liquidità, proprio come se l’immagine fosse precaria e si stesse formando (o
disfacendo) sotto gli occhi.
Certo, sono eliminati tutti i dati esornativi,
particolaristici, descrittivi, come pure quelli che hanno a che fare con
allegorie, simbolismi, metafore. Tompkins si pone di fronte al mondo oggettuale
come di fronte a un qualcosa di austero, di ordinario, di banale (un po’ alla
maniera di Chardin, come dichiara egli stesso).
E lo fotografa, ma non per cogliere un momento memorabile, quanto un istante di vita trascurabile: interni domestici, entrate secondarie di negozi, tavole apparecchiate alla menopeggio. Il successivo intervento al computer è un tentativo di braccare, di stanare, di liberare queste “cose comuni” dalle scorie nelle quali sono rimaste invischiate: un po’ un’interpretazione dell’immagine che così si trova decostruita, alterata, enfatizzata.
E gli smalti ultrabrillanti che seguono il dettato
tecnologico (e che vengono stesi su una lastra di alluminio) suscitano, alla
fine, un’idea che si spinge al limite dell’astrazione, facendo “oscillare il
lavoro” e rendendo vago il motivo. Perciò, i riferimenti alla storia dell’arte
e ai suoi “generi” non sono mai puri calchi o ripetizioni.
Come nella società
della dimensione estetica diffusa “le cose” si estendono al di là del loro
confine fisico, così gli “Still life” di Tompkins si aprono a dimensioni
concettuali più complesse.
Quelli che erano fregi carichi di sensi intimi diventano immagini multirelazionali e quelle che erano superbe sapienze compositive si fanno “eccitazioni formali sfrenate”.
NEW SPACE: All'inizio del mese di Maggio 2007 la galleria inaugurerà un nuovo spazio a Verona!
foto Antonella Anti Studio Click
Data inizio: 10-01-2007
Data fine: 31-01-2007
Orario: da Ma. a Sa. 9-13; 15.30-19.30
Luogo: Studio la Città
Indirizzo: Via Dietro Filippini 13
Link: http://www.studiolacitta.it/
Telefono: 045 597549