Frequento Fiere d'Arte Moderna e Contemporanea dal 1982. Per me visitare una fiera è sempre utile, oltre che piacevole. Utile per capire il momento: si vedono, a seconda della tipologia della fiera che si sta visitando, le tendenze dell'arte o del mercato. Utile anche perchè ci si "scontra" con una marea di proposte da cui si desume che, budget permettendo, o si segue l'impulso del momento" e l'azzardo del "mi piace" o si realizza che è necessario continuamente informarsi, ascoltare, leggere ...
Si sta consolidando la tendenza di non partecipare più a una fiera perchè "bisogna esserci", per "presidiare il territorio" o per confermare la propria leadership. Le aziende, in questo caso le gallerie, oggi partecipano a una fiera solo se è utile e compatibile alla strategia d'impresa. Che si tratti di realtà grandi o piccole, si partecipa a una manifestazione fieristica solo se "conviene", al di là delle sirene messe in campo dalle varie lobbie mercantili.
Altre considerazioni elementari. Nelle fiere più importanti e professionali è rarissimo trovare opere intorno ai mille/duemila euro. Anche perché, per ammortizzare i costi che in genere le gallerie sono costrette ad affrontare per partecipare, dovrebbero vendere "quantità industriali" di lavori con tali prezzi. La maggior parte delle opere esposte e in vendita ha un costo superiore ai 5000 euro, per arrivare anche a cifre veramente importanti e fuori budget per quasi tutti i visitatori. Mi chiedo perchè le fiere di Arte Contemporanea non investano di più sul "vivaio", per rubare un termine al mondo del calcio? Vivaio di collezionisti, ovviamente. Si tende a "ingaggiare" i soliti personaggi/calciatori senza pensare al ricambio...
Naturalmente l'economia sta riducendo il potere d'acquisto della classe media che è stata l'"ossatura" che ha sostenuto il mercato dell'arte, in particolare in Italia. E questo è un grosso problema! Chi sostituirà o rimpolperà la vitale quota di mercato fino a qualche anno fa occupata dalla classe media?