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Martedì 24 febbraio 2015 cinema Kappadue di Verona alle ore 20.30

Regia e sceneggiatura: Ned Benson, fotografia: Christopher Blauvelt, musica: Son Lux,interpreti: James McAvoy,Jessica Chastain, William Hurt, Isabelle Huppert, Viola Davis.


Dopo il successo a: Toronto Film Festival, Festival di Cannes e Torino Film Festival  solo per un giorno, in esclusiva nazionale nella versione originale e integrale con sottotitoli in italiano
per gentile concessione di Kock Media

Quanto ci vuole per raccontare una sola storia d’amore? Secondo il regista Ned Benson (il più straordinario esordiente dei tempi di Sex, Love and Videotapes di Steven Soderbergh), due film: The Disappearance of Eleanor Rigby: Him, narrato dal punto di vista del marito, e The Disappearance of Eleanor Rigby: Her, visto attraverso gli occhi della moglie.

Eleanor Rigby – così chiamata dai genitori in omaggio alla tragica protagonista di un celebre brano dei Beatles – è sposata con il dolce Conor, che gestisce un ristorante di New York. L’incipit del film è uno spaccato di gioia coniugale, con i due giovani che fuggono nella notte, abbracciandosi infine sull’umido letto d’erba di un parco. “Questo corpo contiene un solo cuore”, dice Conor alla sorridente Eleanor, “abbi pietà di me”.

Il prologo è lontano anni luce dalle scene successive, in cui assistiamo al distacco dei due coniugi, dopo ben sette anni d’amore, e alla sparizione di lei.

Conor è disperato: l’addio di Eleanor senza nemmeno un chiarimento lo getta nello sconforto e lo spinge a cercarla, a seguirla, in un gorgo che rischierebbe di sconfinare nello stalking se non fosse per il sentimento che, dietro il fumo nero della crisi, sembra ancora legare i due. E pian piano, mentre ci addentriamo nel labirinto emozionale dei protagonisti, scopriamo una ferita recente e non ancora rimarginata, che li ha uniti e divisi al tempo stesso. Una frattura che Conor vorrebbe medicare insieme alla donna che ama, mentre Eleanor fugge e rifugge il ricordo di un dolore troppo grande per poter essere condiviso.

L’unico cuore di Conor è straziato, e James McAvoy riesce in tutto e per tutto a restituire al pubblico il senso di diffusa depressione di un uomo che ha visto infrangersi il proprio progetto di vita, senza neppure il conforto di poter accusare qualcuno per il suo fallimento. A dispetto di ciò che le prime scene suggerirebbero, Conor è il più forte tra i due coniugi, colui che intravede un futuro estraneo alla tragedia che li ha coinvolti. Guarda avanti, ma il suo futuro ha ancora il volto di Eleanor impresso su di sé.

La sua controparte femminile, Jessica Chastain – produttrice del film ed ex compagna del regista – dà ennesima conferma del suo talento, tratteggiando Eleanor in punta di pennello e caratterizzandola con un realismo vivido e commovente. Lo spettatore è spesso portato ad accettarne anche le scelte più radicali, semplicemente in virtù di uno scambio di sguardi o di un movimento di labbra. Ogni sua espressione è specchio di una verità paradossale, che caratterizza tutte le grandi interpretazioni della storia del cinema. Chastain è Eleanor Rigby, la sospensione dell’incredulità è impossibile da spezzare; nelle sue lacrime e in quelle di McAvoy scorre la linfa vitale del film, che si nutre quasi solo delle emozioni dei due protagonisti e riesce a ergere le loro piccole e grandi contraddizioni a vero e proprio motore della trama.

Forse è vero: non succede molto, in The Disappearance of Eleanor Rigby. Ma succede la vita, senza epicità né eroismo. Succede l’amore, e di rado se ne è vista una trattazione così sfaccettata e realistica. State lungi, se siete in cerca di romanticismi da blockbuster: qui la passione sa di sangue e pioggia, di porte sbattute in faccia e frasi dette a mezza bocca.

Qui la passione sa di vero.

Alessia Pelonzi

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