“BLOOD” ULMER / The Tempest D’AGARO - MARINI - BENNINK
 
18 giugno ore 21
 Corte Mercato Vecchio Verona

JAMES “BLOOD” ULMER
James “Blood” Ulmer (voce, chitarra)

La presenza di Ulmer a Verona Jazz 2008 si può a buon diritto considerare un’autentica “perla” del festival. Il chitarrista e cantante James “Blood” Ulmer (St. Matthews, Carolina del Sud, 1942) è uno dei personaggi più peculiari di tutta la recente storia musicale afro-americana. Protagonista di innumerevoli formazioni a fianco di grandi del jazz come Art Blakey, Joe Henderson, Paul Bley, Archie Shepp, Larry Young o Jimmy Smith, fu soprattutto grazie a Ornette Coleman, con cui suonò a più riprese a partire dai primi anni Settanta, che mise a punto una propria cifra stilistica ben definita. Il suo carattere è perfettamente in evidenza nelle sue numerosissime prove solistiche, che poco hanno a che fare con i grandi nomi del jazz sopra citati, ma che sembrano piuttosto identificarsi con una personalità dirompente e in uno stile sempre molto aspro, a cavallo tra improvvisazione jazz, rock, funk e blues elettrico; una musica che l’ha fatto definire da Bill Milkowski “un incontro perfettamente riuscito tra Albert Ayler e Skip James”. A Verona si presenterà da solo, in un concerto che si preannuncia un’occasione rara per ascoltarlo in tutta la sua straordinaria capacità comunicativa. Il repertorio comprende una serie di pezzi originali e una dettagliata rivisitazione della tradizione gospel e blues.


THE TEMPEST

Daniele D’Agaro (sax tenore, clarinetto), Bruno Marini (organo), Han Bennink (batteria) Daniele D’Agaro, Bruno Marini e Han Bennink, ovvero il trio Tempest, saranno a Verona per presentare in anteprima il cd The Tempest, fresco di pubblicazione da parte dell’etichetta friulana Artesuono. È una libera interpretazione in chiave jazzistica de La Tempesta di Shakespeare. Nell’ambito di una musica ricca di spazi completamente liberi e improvvisati, emergono composizioni di Lucky Thompson, Dodo Marmarosa, Duke Ellington, Thelonius Monk, ma anche numerosi riferimenti ai personaggi della celebre opera seicentesca. L’idea e la scelta della formazione è di Daniele D’Agaro – vincitore nella categoria “ance” dell’ultimo Top Jazz (il referendum indetto dalla rivista Musica Jazz tra una sessantina di critici) – che ha vissuto a lungo tra Amsterdam e Chicago, registrando tra l’altro per la prestigiosa etichetta svizzera Hat Art. Bruno Marini è uno di quei jazzisti veronesi che si sono fatti conoscere in tutt’Italia suonando con Luca Flores, John Tchicai, Benny Golson, Jack McDuff, Anthony Braxton e tanti altri. Dietro a piatti e tamburi c’è uno dei più originali e significativi musicisti europei degli ultimi quarant’anni. Bennink non solo ha reinventato il modo di assemblare la batteria, che quasi sempre nelle due mani si modifica con oggetti e ammennicoli di varia natura, ma fa parte di quella generazione di creativi olandesi che ha contribuito a scrivere una delle pagine più importanti del jazz improvvisato europeo.



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