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Il prossimo 17 giugno 2011 si riaccende la magica atmosfera del Festival lirico all'Arena di Verona, giunto alla sua 89° edizione: 6 titoli in scena fino al 3 settembre in un susseguirsi di 49 serate.

L'89° Festival 2011 inaugura e conclude con due nuove produzioni, La Traviata di Giuseppe Verdi per la regia di Hugo de Ana e la direzione di Carlo Rizzi, e Roméo et Juliette di Charles Gounod, regista Francesco Micheli e direttore Fabio Mastrangelo.
Nel cuore del Festival gliallestimenti storici delle opere verdiane per la regia di Gianfranco de Bosio: Aida sarà diretta da Daniel Oren e Nabucco vedrà sul podio Julian Kovatchev.
In programma anche le riprese de Il Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini per la regia di Hugo de Ana e con il debutto areniano de lgiovane direttore veronese Andrea Battistoni, e de La Bohème di Giacomo Puccini, regista Arnaud Bernard e direttore John Neschling.

In scena, come da tradizione,saranno protagoniste le voci più note del panorama lirico internazionale insieme agli attesi debutti di artisti emergenti.

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La Traviata - Dal 17 giugno per 9 recite si alterneranno nel ruolo di Violetta Ermonela Jaho, Lana Kos e Inva Mula ne La Traviata, accanto a Francesco Demuro e Francesco Meli nella parte di Alfredo. Giorgio Germont sarà Vladimir Stoyanov, Gabriele Viviani e il debuttante in Arena George Gagnidze.

17 e 24 giugno 2011, ore 21.15

2, 12, 16, 21 e 28 luglio 2011 ore 21.15

4 e 11 agosto 2011 ore 21.00

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Aida - Nello storico allestimento del 1913 di Ettore Fagiuoli,che dal 18 giugno vedrà in scena nel ruolo del titolo Micaela Carosi, Amarilli Nizza, Hui He e Lucrezia Garcia; saranno Radamès Fabio Armiliato, Salvatore Licitra, Carlo Ventre, WalterFraccaro e Marcello Giordani.

18, 26 e 30 giugno 2011, ore 21.15

10, 13, 17, 19, 24, 26 e 30 luglio ore 21.15

7, 14, 28 e 31 agosto 2011 ore 21

3 settembre 2011 ore 21

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Il Barbiere di Siviglia - Tanti artisti debuttanti, a partire dalla voce tenorile di Antonino Siragusa, "specialista" del repertorio rossiniano nei panni del Conte d'Almaviva, che si darà il cambio con Lawrence Brownlee nel sedurre Aleksandra Kurzak e Rocio Ignacio nel ruolo di Rosina, con l'intraprendente aiuto dei Figaro Aris Argiris e Dalibor Jenis.

25 giugno 2011, ore 21.15

1, 8, 14, 22, e 29 luglio ore 21.15

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Nabucco - Proposto nella riedizione storica per i festeggiamenti dei 150 anni dell'Unità d'Italia, vedrà protagonisti dal 9 luglio nomi molto noti al pubblico areniano. Ambrogio Maestri, Marco Vratogna, Leonardo López Linares, George Gagnidze si alterneranno nel ruolo di Nabucco, accanto alle celebri voci di Dimitra Theodossiou, Maria Billeri e LucreziaGarcia in Abigaille.

9, 15, 20, 23 e 27 luglio 2011, ore 21.15

5, 12, 21 e 25 agosto 2011 ore 21

1 settembre 2011, ore 21

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La Bohème - Le straordinarie voci di Fiorenza Cedolins - che per alcune recite si darà il cambio con la debuttante in Arena Maria Agresta - e Marcelo Álvarez faranno rivivere in Arena l'amore appassionato di Mimì e Rodolfo de La Bohème pucciniana.

6, 13, 19, 26 e 30 agosto 2011, ore 21

2 settembre 2011, ore 21

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Roméo et Juliette - L'opera dedicata alla storia d'amore veronese per eccellenza: Roméo et Juliette, sesto titolo d'eccezione in scena dal 20 agosto con i giovani emergenti Nino Machaidze e Stefano Secco nei ruoli dei protagonisti.

20, 24 e 27 agosto 2011, ore 21

 

Le opere in programma, molto amate dal pubblico areniano, vedranno impegnati come sempre tutti i settori artistici - Orchestra, Coro, Corpo di ballo - e tecnici della Fondazione Arena di Verona insieme a centinaia di comparse.

Si ringrazia per l'89° Festival2011 l'immancabile partnership con UniCredit Group, primario gruppo bancario in Italia che si riconferma Major Partner della manifestazione, ed il prezioso sostegno dei tradizionali Official Sponsors Intimissimi, marchio di spicco dell'intimo del gruppo Calzedonia, e la casa automobilistica Volkswagen, leader del settore nel panorama italiano ed europeo.

Informazioni

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LA TRAVIATA di Giuseppe Verdi

Arena di Verona, 17 giugno Serata inaugurale

Alla Prima un cast d'eccezione con nomi internazionali al loro debutto in Arena, a partire dal direttore d'orchestra Carlo Rizzi: Violetta è interpretata dal soprano albanese Ermonela Jaho, rivelazione internazionale proprio nel ruolo verdiano fin dal suo esordio nel dicembre 2005 all'Opera de Marseille,confermato con esibizioni nei più grandi teatri del mondo, come la Royal OperaHouse Covent Garden di Londra, la Metropolitan Opera di New York, la BayerischeStaatsoper di Monaco e la Staatsoper di Berlino. Accanto a lei il tenore sardo FrancescoDemuro (Alfredo) ed il baritono bulgaro Vladimir Stoyanov (Giorgio Germont).

Il capolavoro verdiano, che in Arena può vantare ben 90 rappresentazioni in 12edizioni - la prima nel 1946 e l'ultima nel 2007 - ritorna sul palcoscenico più grande del mondo per 9 serate con un nuovo allestimento, specificatamente concepito per gli ampi spazi areniani.

Un"ring" dentro la gigantesca cornice di un quadro: così Hugo de Ana vuole la sua nuova regia de La Traviata, in un dialogo continuo tra musica e palcoscenico al fine di creare un equilibrio tra vero e verosimile. Perché l'attrazione del ruolo della protagonista Violetta è anche teatrale, di una donna indipendente e moderna, che vive nella solitudine,messa in ginocchio dal conformismo imperante. La sua anima buona si spegne in bianco e nero, in una immacolata e tragica fotografia di fine Ottocento.

La fonte letteraria è nota: Giuseppe Verdi, che scrive la musica in quaranta giorni, ed il suo librettista Francesco Maria Piave, che perfeziona il libretto in due settimane, hanno attinto dal romanzo - poi anche pièce teatrale - La dame aux camélias di Alexandre Dumas figlio, ambientato nella contemporanea Parigi di Luigi Filippo ed ispirato alla celebre figura della cortigiana Alphonsine Plessis, morta di tisi a soli ventitré anni nel 1847,ribattezzata nel romanzo Marguerite Gautier. Marcel Proust ne dirà:

«LaT raviata mi piace. È un'opera che va all'anima... Verdi ha dato alla Dame aux camélias lo stile che le mancava. Dico questo non perché misembri cosa trascurabile il dramma di Alexandre Dumas figlio, ma perché, quando un'opera drammatica tocca i sentimenti popolari, ha bisogno di musica».

Hugo de Ana posticipa la sua Traviata di quarant'anni, collocando gli avvenimenti nel 1890,mantenendo quel senso di criticità storica del periodo in cui nasce l'opera. Il dramma borghese offre spunti di conflitto sociale, per cui l'intima vicenda di Violetta prende vita in una sorta di spazio dei ricordi, una pinacoteca smontata e messa a soqquadro, in cui le tele vuote sottolineano il gioco della verità e della finzione scenica. È in questo spazio che lo spettatore può cogliere le molteplici sfaccettature della vita della protagonista: la prostituzione, il denaro, la mondanità e la superficialità di un mondo in decadenza dove lei rinasce con la scoperta dell'amore, fino al sacrificio estremo.
Note di regia

Un dramma intimo come quello di Traviata in uno spazio particolare come l'Arena di Verona, il palcoscenico più grande del mondo, è una sfida che «offre mille possibilità ed altrettante difficoltà». Far arrivare l'intenzione di un gesto,l'energia di uno sguardo, la potenza di un movimento ad un pubblico che si trova lontano molti metri richiede un intenso lavoro di preparazione. È necessario creare una sinergia, uno scambio tra il pubblico e l'artista sul palcoscenico. Ogni azione, anche la più piccola, va studiata per poter essere assaporata da ogni angolo dell'anfiteatro.

Sarà una Traviata coeva a Giuseppe Verdi, in particolare all'ultimo decennio della sua vita. Ho voluto ambientarla nella Parigi del 1890, un periodo d'oro per il melodramma ma molto critico dal punto di vista sociale, che evidenzia la visione del dramma vissuta in prima persona da Verdi.

Ma, pur avendo scelto un periodo temporale definito per i costumi, il 1890 appunto, la scena potrebbe raffigurare un'epoca altra. Lo spettatore si troverà di fronte ad una pinacoteca smontata. Tele di quadri, cornici e spazi vuoti - in modo da poter colmare gli spazi enormi dell'Arena - saranno contenitori barocchi di un melodramma che si svolge in uno spazio pieno e vuoto al tempo stesso. Vuoto e deserto come la Parigi che si annida nel cuore di Violetta, attraverso cui osservare le molteplici sfaccettature della sua breve e tragica vita. Voglio mostrare da un parte il lusso, ma anche il concetto di un mondo della decadenza dei sentimenti e della corruzione dei personaggi. Questa è un'opera di forte impatto critico e sociale.

Sono partito da un quadro visto al Museo Revoltella di Trieste: una Dama delle camelie italiana di fine Ottocento di un pittore poco conosciuto, Eugenio Scomparini. Ho guardato più volte quel dipinto... ed è proprio Violetta che sta morendo.
Percorrerà l'opera il tema del ricordo, che collega il passato al presente e, perché no, al futuro. Violetta vede la sua fine già all'inizio dell'opera: la prima pagina dello spartito è un'alternanza di immagini, di pensieri, di quadri che portano alla morte. Mi chiedo se sia però corretto parlare di morte, quando Violetta stessa parla di rinascita. Violetta torna a vivere grazie ai suoi ricordi, a quello che ha rifiutato in nome dell'amore: la prostituzione, i soldi, la mondanità, la superficialità di un mondo in decadenza. Violetta vince la morte con le sue stesse forze, è un personaggio eterno come l'amore è eterno, e la morte rappresenta solo l'immortalità dell'una e dell'altro.

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