il_grande_teatroIl 15 novembre s'inaugura il Grande Teatro 2011-2012. Ancora una volta a Verona i maggiori protagonisti della scena italiana. Otto gli spettacoli. Quattro spaziano nella drammaturgia mondiale abitualmente poco rappresentata in Italia. Degli altri quattro, tre sono un omaggio al Novecento italiano (due a Pirandello e uno a De Filippo), il quarto – con un'attesissima rivisitazione di Cyrano De Bergerac – all'Ottocento francese.

Otto spettacoli per un totale di quarantotto recite al Teatro Nuovo dal martedì alla domenica, dal 15 novembre 2011 al 25 marzo 2012: organizzato dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Verona torna Il Grande Teatro, la fortunata e pluridecennale rassegna di prosa che si avvale dei contributi di Unicredit Corporate Banking e della Provincia di Verona ed è realizzata in collaborazione col Teatro Stabile di Verona.

Il criterio che ha contraddistinto la scelta degli spettacoli è stata ancora una volta la ricerca dei grandi protagonisti (sia registi che attori) della scena italiana. Particolare attenzione è stata dedicata quest'anno ai titoli: accanto ai classici – da Pirandello a Eduardo De Filippo e a Edmond Rostand – ci sono infatti opere nuove, poco conosciute in Italia. Il cartellone 2011-12 offre, sotto questo profilo, un panorama particolarmente vario e interessante della migliore drammaturgia internazionale del Novecento e del nuovo millennio: dallo statunitense Reinaldo Povod (figlio di una portoricana e di un cubano di origine russa) morto trentaquattrenne nel 1994 al settantasettenne sudafricano Ronald Harwood, da Leonid Nikolaevič Andreev (1871-1919) considerato il principale scrittore espressionista russo al cinquantunenne Eric-Emmanuel Schmitt, scrittore e drammaturgo francese di origine irlandese. Notevole l'attualità di queste proposte visto che due di questi autori sono viventi. E attualissima è anche la proposta di Roman e il suo cucciolo (scritto dall'allora ventiseienne Povod) che andò in scena in prima mondiale a Broadway nel 1986 con un prota-gonista d'eccezione, un quarantatreenne Robert De Niro. Mai tante novità avevano contraddistinto un'edizione del Grande Teatro.

Ben noti e sicuramente amati dal pubblico veronese i protagonisti di quest'anno. Accanto ai graditi ritorni di Alessandro Gassman, Franco Branciaroli, Glauco Mauri, Roberto Sturno, Luca De Filippo e Tato Russo, quattro new entry, due delle quali particolarmente prestigiose: quelle di Leo Gullotta e Alessandro Preziosi entrambi già applauditi al Teatro Romano. Il primo come Falstaff nelle Allegre comari di Windsor nel luglio 2010, il secondo nei panni di Edmund nel Re Lear nel 2005, poi come protagonista di Amleto nel 2009. Le altre due new entry sono Elena Giusti e Paolo Valerio, protagonisti del testo di Eric-Emmanuel Schmitt del 2003.

A inaugurare (dal 15 al 20 novembre) la rassegna sarà Il piacere dell'onestà di Luigi Pirandello. Proposto dal Teatro Eliseo con la regia di Fabio Grossi, avrà come protagonista Leo Gullotta. Attore teatrale, televisivo e cinematografico, doppiatore e cabarettista di successo, Gullotta riaffronta Pirandello forte del successo dell'Uomo, la bestia e la virtù (tre anni di applaudite repliche nei principali teatri italiani) con cui è tornato al palcoscenico di prosa dopo essere stato per anni una colonna portante del Bagaglino. Nel Piacere dell'onestà interpreta Angelo Baldovino, uomo "onesto" che approda in una famiglia com-posta da "involucri" belli ma senza contenuto dove l'apparire conta molto più dell'essere, e fin dall'inizio è per questo considerato un diverso. La commedia dipinge una società che ha paura della diversità – perché essere onesti significa appunto essere diversi – e che fa di tutto per annichilire l'onestà con tutti i mezzi, anche quelli più perversi. Messo alle strette dai tentativi di farlo contravvenire alle proprie credenze, Angelo Baldovino continuerà a mantenere intatta la propria "maschera" di uomo onesto finendo così per mettere spieta-tamente a nudo la disonestà di tutti gli altri.

La seconda opera in cartellone (dal 29 novembre al 4 dicembre) è Roman e il suo cucciolo di Reinaldo Povod con Alessandro Gassman nel duplice ruolo di protagonista e regista. Lo spettacolo è prodotto dalla Società per Attori, dal Teatro Stabile del Veneto e dal Teatro Stabile d'Abruzzo. Dopo La forza dell'abitudine di Thomas Bernhard e dopo La parola ai giurati di Reginald Rose (in cartellone nel Grande Teatro 2007-2008), Alessandro Gassman mette ora in scena un altro testo contemporaneo che negli anni '80 ottenne un grande successo a New York, a Broadway. La forza drammatica dell'opera si basa sul rapporto irrisolto fra un padre nevrotico (semianalfabeta e spacciatore di droga) e un adolescente che vuole emanciparsi attraverso lo studio ma che nasconde al padre la sua dipendenza dall'eroina. Un maldestro socio del padre, un intellettuale tossicodipendente, un altro spacciatore e una giovane prostituta sono gli altri personaggi che ruotano intorno alla drammatica vicenda umana di un uomo disposto a tutto pur di guadagnare denaro e ga-rantire al figlio un futuro diverso dal suo.

Dal 13 al 18 dicembre, prodotto dal CTB Teatro Stabile di Brescia e dal Teatro degli Incamminati, andrà in scena un capolavoro del teatro mondiale del Novecento: Servo di scena di Ronald Harwood che curò anche l'adattamento cinematografico dell'omonimo film di Peter Yates del 1983 interpretato da Albert Finney e da Tom Courtenay. Ne sarà protagonista Franco Branciaroli che dello spettacolo firma anche la regia. L'opera è un appassionato omaggio al teatro e alla sua gente, nonché una ricostruzione d'epoca che fa da cornice agli ultimi successi di un grande attore al tramonto che deve la sua sopravvi-venza alle cure e alle attenzioni costanti del suo umile servo di scena. Lo spettacolo affronta con ironia le rocambolesche vicende di una precaria compagnia di provincia che si dipanano tra camerini e palcoscenico ed è una sublime metafora della vita del teatro.

Quarta opera in programma, dal 10 al 15 gennaio, una produzione della Compagnia Mauri Sturno: Quello che prende gli schiaffi di Leonid Nikolaevič Andreev nell'adattamento di Glauco Mauri che ne cura anche la regia. Ne sono protagonisti lo stesso Glauco Mauri e Roberto Sturno, una delle coppie più apprezzate della scena nazionale. Un uomo vuole fuggire dalla società in cui vive dove tutto è dominato dall'egoismo, dall'indifferenza e dal denaro. Diventerà così un clown. Salirà sul palcoscenico da dove potrà ridere del suo dolore e potrà gridare la sua ribellione. Scritta nei primi decenni del '900, la commedia appare oggi una poetica metafora del nostro tempo. Una sorta di "favola" che cercherà di parlare ancora di umanità e di poesia a una società che "corre il rischio di inaridirsi sempre di più".

Dal 24 al 29 gennaio torna il teatro di Eduardo nell'interpretazione del figlio Luca De Filippo che è anche regista dello spettacolo. In programma, proposta dalla compagnia Elledieffe, la commedia Le bugie con le gambe lunghe scritta nel 1947. La storia è incentrata sugli intrighi che alcuni vicini di casa intrecciano intorno a Libero Incoronato, un uomo modesto, onesto, dignitoso e fiero. La vita tranquilla di Libero finisce con l'essere sconvolta da questi vicini che tentano in ogni modo di coinvolgerlo nelle loro squallide storie. Dapprima ingenuamente ostinato a smascherare le loro menzogne, Libero decide alla fine di adeguarsi in modo provocatorio a questi "intrighi" rilanciandoli e amplificandoli fino al paradosso.

La sesta opera in programma (dal 7 al 12 febbraio) è una produzione del Teatro Stabile di Verona: Piccoli crimini coniugali di Eric-Emmanuel Schmitt con Elena Giusti e Paolo Valerio, regia di Alessandro Maggi. La vicenda è una sorta di giallo coniugale che ha inizio quando, a causa di un incidente domestico, Gilles perde la memoria e non riconosce più la moglie Lisa. Lei cerca allora di ricostruire il loro passato ma via via che si riportano alla luce informazioni dimenticate, si manifestano delle crepe. Sono molte le cose che cominciano a non tornare. Perché ad esempio Lisa non vuole darsi fisicamente a Gilles che pure è fortemente attratto da lei? E per quale motivo Gilles – che afferma di essere completamente privo di memoria – si ricorda di certi particolari del viaggio di nozze? Affiorano insomma un po' alla volta dei piccoli inquietanti misteri che mantengono un clima di coinvolgente suspense.

Penultimo spettacolo in cartellone (dal 21 al 26 febbraio, prodotto dal T.T.R. - Teatro) è l'adattamento teatrale a firma di Tato Russo (che ne è anche protagonista) del celebre romanzo Il fu Mattia Pascal di Luigi Pirandello. Ben rodato da un anno di repliche nei principali teatri italiani, lo spettacolo vede l'attore-regista-drammaturgo napoletano impegnato nel doppio ruolo di Mattia Pascal e di Andrea Meis, protagonisti di una delle storie più enigmatiche e inquietanti scritte da Pirandello. Mattia Pascal, stanco delle liti con moglie e suocera e stufo di una vita squallida in un paesino della Sicilia, si reca a Monte Carlo. Qui un'inaspettata vincita e la falsa notizia della sua morte, lo inducono a cambiare vita e nome. Diventa così Andrea Meis e va a vivere a Roma. Imbrigliato in una situazione non meno difficile e penosa, decide di riprendere la sua identità e di tornare al paese dove troverà la moglie con un altro uomo.

L'ultimo appuntamento della rassegna, dal 20 al 25 marzo, sarà col celeberrimo capolavoro di Rostand Cyrano di Bergerac. Una produzione Khora-teatro che vede Alessandro Preziosi nel duplice ruolo di protagonista e regista. La commedia (rappresentata per la prima volta nel 1897 a Parigi) ha sempre goduto di una straordinaria popolarità ampliata anche dal cinema. Tutto ruota attorno a Cyrano, ardito e colto guascone, spadaccino invincibile angustiato dalla deformità del suo naso. Innamorato senza speranze della bella Rossana, finisce con l'aprire la strada a Cristiano, un giovane bello quanto povero intellettualmente che Rossana ama. Solo al termine della propria vita e dopo la morte di Cristiano, Cyrano, seppur involontariamente, confesserà all'amata il suo sentimento, ma sarà troppo tardi.

Come nelle passate edizioni, nei giovedì di spettacolo i protagonisti del Grande Teatro incontreranno il pubblico nel foyer del Nuovo alle ore 17.00. Gli otto incontri saranno preceduti da altrettanti "inviti alla visione", otto "aperitivi teatrali" a cura di Simone Azzoni.

INFORMAZIONI Comune di Verona tel. 045 8077201 e www.comune.verona.it

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