Ascanio-Celestini-Pro-Patria-mVenerdì 29 marzo 2013 ore 20.45. Pro Patria, senza prigioni senza processi .
Fabbrica in coproduzione con Teatro Stabile dell'Umbria uno spettacolo di e con Ascanio Celestini

A chiudere la sezione Prosa della rassegna L'Altro Teatro è Pro patria - Senza prigioni, senza processi, uno spettacolo di e con Ascanio Celestini il cui incipit mette a fuoco la situazione carceraria: «I morti e gli ergastolani hanno una cosa in comune, non temono i processi.

I morti perché non possono finire in galera, gli ergastolani perché dalla galera non escono più».
Altrettanto efficaci nell’illustrare il rapporto giustizia-detenzione le considerazioni di un carcerato: «Chi ruba una mela finisce in galera anche se molti pensano che rubare una mela è un reato da poco. E chi ruba due mele? Chi ne ruba cento? Quando il furto della mela diventa un reato? C’è un limite? C’entra con la qualità della mela? La legge è uguale per tutti e i giudici non si mettono a contare le mele. La statua della giustizia davanti al tribunale ha una bilancia in mano, ma entrambi i piatti sono vuoti. Non è una bilancia per pesare la frutta».
Anche per Ascanio Celestini, assurto a simbolo della seconda generazione del teatro di narrazione, è un ritorno al Camploy: nel dicembre 2009 vi aveva interpretato La pecora nera - Elogio funebre del manicomio elettrico

Teatro Camploy - Via Cantarane 32 - Verona

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