Liu_Bolin_Box_Art

24 aprile - 30 giugno 2010

In occasione del ritorno in Italia di Liu Bolin, a due anni di distanza dalla prima residency dell’artista cinese, Boxart supporta una seconda produzione italiana di opere, in collaborazione con Fondazione Italia Cina presieduta da Cesare Romiti, e Asian Studies Group, associazione d’interscambio culturale tra il nostro paese e l’area asiatica.

Il progetto di Liu Bolin –celebre per la serie Hiding in the city- si è concretizzato all’interno di monumenti e luoghi sociologicamente significativi per la storia nostrana, come la Veneranda Fabbrica del Duomo, il Teatro Alla Scala di Milano, ma anche Piazza San Marco, Ponte di Rialto e Ponte dei Conzafelzi a Venezia, vere icone del patrimonio culturale italico.

Dopo gli scatti a Verona del 2008, nel 2010 ha “posato” come sfondo al camouflage di Liu Bolin anche Palazzo Lombardia, simbolo della modernità made in Italy. Milano è anche lo scenario prescelto per presentare al pubblico italiano e straniero, nell’autunno di quest’anno, il progetto Hiding in Italy. Qui ha infatti sede Forma, Centro internazionale di fotografia e spazio espositivo nato dalla sinergia tra Fondazione Corriere della Sera, Contrasto e ATM Milano.

Boxart Gallery
Via dei Mutilati 7/a - 37122 Verona
Orario: da martedì a sabato 10-12.30 e 15.30-19.30
Ingresso libero

Info: tel. +39 0458000176; fax +39 045593426; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; www.boxartgallery.com

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Galvani_AGI_Verona

8 maggio 2010 - 22 agosto 2010, Mart, Rovereto, Linguaggi e Sperimentazioni. Giovani artisti in una collezione contemporanea a cura di Giorgio Verzotti

L’esposizione “Linguaggi e sperimentazioni”, curata da Giorgio Verzotti e con un saggio in catalogo di Hans-Ulrich Obrist, si inserisce in un ciclo di mostre che il Mart dedica alla valorizzazione di collezioni private di particolare pregio, storiche o di recente costituzione che svolgono un ruolo importante nella storia del collezionismo italiano. Circa venti opere rimarranno al museo e faranno parte della Collezione Permanente del museo con la formula del deposito a lungo termine.

La mostra permette di documentare, attraverso lo sguardo del collezionista (AGI Verona Collection), la complessa attualità artistica internazionale, in Europa, America e Asia di giovani talenti, molti dei quali ormai già noti a livello internazionale ma ancora “giovani emergenti” quando acquisiti dalla Collezione.

Tra gli artisti presenti figurano Mircea Cantor, Jeremy Deller, Cyprien Gaillard, Carlos Garaicoa, Django Hernandez, Gabriel Kuri, Jonathan Monk, Anri Sala, Simon Starling, Tomas Saraceno, Tino Sehgal, Chen Zhen, gli italiani Mario Airò, Stefano Arienti, Eva Marisaldi, Maurizio Cattelan, Grazia Toderi, Francesco Vezzoli e i più giovani Nico Vascellari, Luca Trevisani, Piero Golia, Anna Galtarossa, Lara Favaretto, Gianni Caravaggio, Luca Pozzi, Emanuele Becheri, Alberto Tadiello e Andrea Galvani.

Allestita nelle sale del primo piano del Mart, la mostra

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bacheca_in_piazza

21 aprile - 25 maggio 2010, Prime Pagine del giornale L'Arena

Sono state inaugurate oggi pomeriggio le otto nuove bacheche espositive installate dalla prima Circoscrizione all’interno dei giardini di piazza Pradaval. Erano presenti il Sindaco Flavio Tosi, il presidente della prima Circoscrizione Matteo Gelmetti e gli assessori ai Giardini Paolo Tosato, al Decentramento Marco Padovani e all’Ambiente Federico Sboarina.

“Le nuove strutture – ha spiegato il Sindaco – permetteranno a questi giardini, che sono il biglietto da visita della nostra città, di assumere un ruolo culturale. All’interno delle bacheche infatti saranno sempre esposte mostre fotografiche di rilievo artistico, visibili anche di notte in quanto i pannelli saranno sempre illuminati”.

In occasione dell’inaugurazione delle nuove bacheche permanenti, al loro interno è stata allestita la mostra "Prime Pagine del giornale L'Arena", che ripercorre i momenti più importanti per la città di Verona dalla fondazione del giornale ad oggi. Le copie delle prime pagine saranno poi donate dal Gruppo editoriale Athesis all’Associazione Italiana Assistenza Spastici che potrà metterle all’asta e usufruire del ricavato.

“L’attuale mostra – ha detto Gelmetti – rimarrà in piazza Pradaval fino al 25 maggio, dopodiché daremo la possibilità all’Accademia Cignaroli di esporre le più belle opere fotografiche realizzate dagli studenti”.

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Begnoni_Artemisia8 - 23 maggio 2010, Oratorio Chiesa S. Martino Vescovo, Piazza del Popolo, 23, San Martino Buon Albergo (VR) Orario apertura:  ven - sab dalle 18.00 alle 20.00, dom dalle 10.00 alle 12.00. Su prenotazione negli altri giorni telefonando al numero 3771938335 oppure scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.   www.art-emisia.it

inaugurazione sabato 8 maggio 2010 ore 16,00

Ombre di superficie è il titolo della mostra dedicata all’artista Renato Begnoni e promossa
dall’Associazione culturale Artemisia presso l’Oratorio della chiesa di San Martino Buon Albergo di Verona.
L’oratorio è stato trasformato per l’occasione in un piccolo sacello, capace di accogliere 5 opere
fotografiche che l’artista ha interamente dedicato al tema del sacro. E’ un piccolo luogo intimo ideale per la meditazione su temi importanti quali l’umanizzazione del sacro e la sua persistenza visionaria nei luoghi della vita.
La mostra propone, attraverso un’osservazione attenta all’espressività del corpo, alcuni momenti della vita di Gesù, colti nel degrado e nell’abbandono di luoghi privi d’identità sociale. Il suo volto emerge come l’Acheropita dal sudario dei muri scrostati delle periferie urbane, dove trova un dialogo con gli emarginati di oggi.

Il muro appare come una pelle, una superficie tatuata di storia rituale nella quale riemerge il culto
antico dell’immagine. Sono presenze diverse che abitano lo stesso luogo; non sono nè il tempo, né la memoria fautori dell’incontro, ma la visione.
Renato Begnoni costruisce immagine
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settimana_della_cultura

dal 16 al 25 aprile 2010
Il MiBAC (Ministero per i Beni e le Attività Culturali) presenta l’evento culturale piu’ atteso dell’anno, la XII Settimana della Cultura, aprendo gratuitamente, per dieci giorni, tutti i luoghi statali dell’arte: monumenti, musei, aree archeologiche, archivi, biblioteche con dei grandi eventi diffusi su tutto il territorio.

In tutta Italia più di 2.900 appuntamenti per tutti (italiani e turisti stranieri) e per tutti i gusti: mostre, convegni, aperture straordinarie, laboratori didattici, visite guidate e concerti che renderanno ancora più speciale l’esperienza di tutti i visitatori. Un’occasione imperdibile per avvicinarsi alla più grande ricchezza del nostro Paese: il nostro patrimonio artistico e culturale.

Un evento diffuso su tutto il territorio che, anno dopo anno, riscuote un crescente successo di pubblico, segno di una voglia di cultura che non conosce crisi, a cui si aggiunge che nel caso specifico in questa iniziativa il nostro patrimonio culturale viene promosso in modo adeguato con aperture straordinarie e gratuite.

In sintesi alcuni degli eventi in programma a Verona

* Presentazione del volume "Itinerari sanmicheliani nella provincia di Verona", a cura di M. Vecchiato - Verona, Museo di Castelvecchio - Sala Boggian - Il 16 aprile 2010 - Nel 450° anniversario della morte di Michele Sanmicheli avvenuta nel mese di settembre dell'anno 1559, la Soprintendenza per i beni architettonici e

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27 marzo - 15 maggio 2010

La galleria Studio la Città presenta la prima personale europea di Nick Cave (Mostra n 268) con i suoi ormai famosi “Soundsuit”, quei straordinari esempi di vestiti/sculture realizzati coi materiali più diversi, provenienti dalle più diverse culture, dai più differenti immaginari espressivi, e mixati insieme in una sintesi visiva dalle letture molteplici.
L'origine africana dell'artista, il suo interesse per tutte le culture ritualistiche, la passione per la danza sfociata nella performance, il senso animista che porta ad attribuire ad ogni oggetto un'essenza senziente e volitiva, fanno di ogni “soundsuit”, come di ogni sua scultura, una sorta di “summa” etnica, trapiantata però in un ambiente dai linguaggi tutt'altro che etnici.
In questo modo, il senso dell'esotico che promana dalle sue “sculture da indossare” si offre prima come la reminiscenza di una cultura “altra”, poi, passo dopo passo, si impone come una possibilità futura di ibridazione dei linguaggi, anche di quelli più sofisticati. Cave, così, non propone nessun tipo di nostalgia, ma indica al contrario un possibile futuro, fatto di contaminazioni linguistiche forti ed evidenti, dove il gender, l'appartenenza, la razza, si mescolano con la cultura, col linguaggio sedimentato, con la raffinatezza delle interpretazionipossibili. La relazione tribale si è trasferita tra i grattacieli, e non resta che prenderne atto, costruendo i propri

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