Paolo_Parma_BUDAPEST_6605_sep7-1625 febbraio - 13 marzo 2011

vernissage: venerdì 25 febbraio 2011 ore 18,00


La fotografia di Paolo Parma sembra in apparenza registrare in maniera scrupolosa ed ossessiva quanto si manifesta davanti all’obiettivo. In realtà, non mira a confermare ciò che è oggettivo e ad intensificare l’esperienza del conosciuto, quanto a rendere tutto conoscibile, a far del visibile un’ipotesi, del vero un qualcosa di potenziale. Non fissa solo il caos della realtà, inquadrandolo e bloccandolo, ma pietrifica anche ciò che è immateriale, come l’ombra. Anzi, proprio al lato oscuro, indifferenziato delle cose (o degli esseri) viene data una tale attenzione, che gli elementi tangibili danno l’impressione di regredire in secondo piano. E’ come se l’indeterminato trascinasse nella propria inafferrabilità percettiva anche ciò che è chiaramente definito. Fino al punto estremo di illuderci, attraverso l’artificio fotografico, che è l’immagine a guardarci, a farci segno, a farci vedere. Parma si limita a rivelare momenti (cose, paesaggi, situazioni) in apparenza casuali, il cui senso non è tanto mostrato, quanto suggerito. Le sue fotografie si offrono così come saggi fotografici ed emanano elusività, ironia, paradosso. Gli stessi tagli o inquadrature, simili a “frame” cinematografici, non aprono la veduta, casomai la frammentano, la moltiplicano, la disperdono. Tutto diventa incommensurabile, incollocabile e l’unica cosa che si evidenzia è che l’occhio è lì fisso, in uno spazio chiuso, a tentare invano di “raccogliere” la diffusione del cosmo, quasi come se l’impedimento alla vista diventasse il soggetto della foto o come se “il davanti” (il primo sguardo) inibisse la possibilità di vedere il dietro. Lo sguardo si trova smarrito, posto di fronte contemporaneamente a più dimensioni, a più strati delle cose. E l’assenza, l’orma, l’ombra sono paradossalmente più evidenti delle cose che scontornano, o meglio è il vuoto che “sorregge la pretesa positività degli oggetti”. Non un mondo all’incontrario, ma un mondo che non conosce fissazione, stabilità, confini.(dal testo in catalogo di Luigi Meneghelli)


SpazioArtePisanello, Stradone S.Fermo (ingresso giardino Chiesa di S.Fermo), Verona
T el 045 8054430, Fax 045 8054432, e-mail  info@fondazionetoniolo
orario: martedì-domenica, 16.00-19.30, chiuso venerdì 4 marzo 2011

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