La_Grande_Clavicola_650x300In concomitanza con l’inaugurazione al Mart della mostra Fausto Melotti, Angelo geometrico, è stata collocata definitivamente e finalmente la Scultura H (La Grande Clavicola) che per tanto tempo, quasi dodici anni, ha dovuto subire una strana dimenticanza che l’ha portata anche a deteriorarsi. Con l’occasione della mostra l’Angelo geometrico l’opera è stata restaurata. E’ inultile ricostruire, nei particolari, tutta la storia della scultura, una volta che il Comune di Rovereto l’aveva acquistata per collocarla proprio nel futuro Museo, ma va sottolineato, che a volte, un elemento nuovo, e con un’energia inspettata, porta alla soluzione annosa di un problema.

La sensibilità e la volontà per fare questo la si deve alla nuova e giovane direttrice del Mart, Cristiana Collu, che è qui solo da qualche mese, ma ha saputo attivare preziose sinergie con l’ Amministrazione Comunale di Rovereto, principalmente, con altri importanti soggetti tra cui la Soprintendenza per i Beni Storico-Artistici di Trento, l’Accademia degli Agiati di Rovereto e con il sostanziale contributo del Lions Club Rovereto Host che ha finanziato il restauro artistico e strutturale, risolvendo così le lunghe vicissitudini di quest’opera. Per cogliere il senso delle parole di Fausto Melotti “L’opera d’arte nasce nel momento in cui tu vedi e ascolti. E questa data continuamente mutevole è la sua vera data di nascita” i cittadini di Rovereto e del mondo, saranno per sempre davanti alla ri-nascita di quest’importante opera perché è nuovamente visibile.

A raccontarci della scultura abbiamo posto alcune domande all’architetto Giovanni Marzari che si è occupato come studioso di Fausto Melotti e della sistemazione di altre opere presso il Parco delle Sculture del Mart.

Come arriva a Rovereto Scultura H (La Grande Clavicola) (1971) di Fausto Melotti e dove è stata prima?

Una dozzina di anni fa il Comune di Rovereto, in previsione dell’apertura del MART in corso Bettini, acquista l’opera. Era collocata nel parco delle sculture della Fondazione Severi, nelle vicinanze di Pavia.

Lei conosce molto bene Fausto Melotti, perché se ne è da sempre occupato, sia come studioso, sia come curatore di mostre, che cosa ci può raccontare di quest’opera in particolare?

La Grande Clavicola è il prodotto di un preciso periodo: il 1971, sono gli anni in cui egli riprende una certa vena espressa negli anni trenta: anche la titolazione (Scultura H) riprende l’idea della serialità. E’ evidente l’elemento strutturale, architettonico e perfino monumentale, ma è anche evidente il segno fluido, surreale, ironico che fa da contrappunto. Come sempre in Melotti le “ragioni” sono complesse e le presenze sono realmente “plurali”.

Come dialoga con lo spazio del Mart questa scultura? Con le opere degli altri artisti presenti ci sono delle relazioni storiche?

Lo spazio del Giardino è molto problematico. Due presenze emergono, e non solo per le dimensioni, Uncini e Mattiacci. E’ uno spaccato parziale ma significativo della scultura contemporanea italiana. Melotti, con la Grande Clavicola, si distingue, è un’altra cosa, per questo abbiamo cercato di non “mescolarlo”. 

Claudio Cucco

La_Grande_Clavicola_650

powered by social2s