Come di consueto anche quest’anno ritorna la rassegna teatrale nei cortili con le compagnie amatoriali veronesi, appuntamento che richiama da anni un folto pubblico in tutto il periodo estivo.

Verona, come noto, è una delle città italiane con maggiore sviluppo del teatro amatoriale.

Il fenomeno assume particolare evidenza non solo per l’alto numero di compagnie presenti, ma anche per l’alto livello qualitativo raggiunto da diversi gruppi che hanno ottenuto molti riconoscimenti nei vari festival.






L’attenzione dell’Amministrazione Comunale nei confronti del teatro amatoriale è molto viva e si è concretizzata con la messa a disposizione di spazi attrezzati per la realizzazione di questa rassegna da circa venticinque anni, con l’istituzione del Premio Totola dedicato all’autore italiano contemporaneo, nonché con la scelta di introdurre una nutrita presenza di compagnie nel cartellone del Camploy.

La rassegna strutturata su tre spazi, il Cortile Montanari, il Chiostro di S. Maria in Organo, il Chiostro di S. Eufemia, vede un calendario molto fitto di appuntamenti con ben 183 serate di spettacolo presentate da 20 compagnie.

Particolarmente stimolante il cartellone, molto eterogeneo, comprendente sia opere di autore italiano che straniero, con alcuni liberi adattamenti. Emerge una chiara preferenza verso il contemporaneo, italiano e straniero (ben 14 testi sui 21 in scena) – per quanto riguarda i classici, diverse proposte per l’anniversario dei 300 anni della nascita di Goldoni.

L’orientamento in generale, al di là di alcune specifiche scelte, particolarmente impegnative, è verso commedie ironiche, non esenti tuttavia da uno spessore testuale, per spettacoli non solo all’insegna della spensieratezza, ma capaci di offrire spunto per intelligenti riflessioni.

Programma:


Chiostro S. Eufemia

 

Apre la stagione dei cortili la compagnia Teatro Armathan che dal 16 al 21 giugno è in scena con un testo di Carlos Alsina, “Aspettando il lunedì”.  Un giovane e un vecchio si incontrano per caso su una panchina in un parco e si raccontano la loro vita attraverso una comunicazione che si sviluppa armonicamente nell’arco di cinque lunedì e nella quale si evidenzia la ricerca del gioco infantile, la forza dei sentimenti, la saggezza senile, il ruolo della fantasia. Tutte cose “semplici” espresse dall’essenzialità di una panchina che diventa prezioso punto di osservazione di un mondo che tra passato, presente e futuro ricerca il senso di sé.

 

Dal 23 al 30 giugno è in scena la compagnia Filodrammatica Partenopea con “Napoli Milionaria! ” , una delle commedie più note di Eduardo De Filippo.  Vi emerge la percezione amara di una realtà sociale, familiare, storica, sconvolta dalla guerra in una Napoli segnata dalla miseria morale e materiale che convive con la realtà degli arricchiti, della borsa e della prostituzione, ma ha la voglia e la necessità di ricominciare a vivere in fretta e dimenticare la tragedia della seconda guerra mondiale. Si tratta di superare la crisi, “ha da passà ‘a nuttata…”, poi tutti pronti a ripartire.  Il protagonista ha acquistato una coscienza e sarà questa a prevalere.

 

Prosegue la rassegna la compagnia La Pocostabile dal 2 al 9 luglio con “1943 – Angelo mio…. Voci e memorie”  di Silvano Lugoboni e Ilaria Peretti.  Il lavoro nasce dall’interesse umano e storico degli autori per delle lettere pervenute dal fronte nei primi mesi del 1943 quando si verificò la tragica ritirata del Corpo d’Armata Alpino sul Don.  “Angelo mio….” è l’inizio di molte di quelle missive alle donne amate, con notizie spesso già superate dagli eventi più terribili ma che si intrecciano con le vicende delle famiglie, dei paesi dove si vive di speranza e di attesa. In questo contesto si inseriscono musiche e canti, rievocazioni ed immagini. Un quadro in cui la drammaticità del momento storico incrocia leggerezza ed ironia, carica vitale e speranza in un futuro migliore


 

Continua la compagnia G.T.V. Niù con  “La buona madre”   di Carlo Goldoni dal 10 al 15 luglio. Una di quelle commedie d’ambiente piccolo-veneziano, scritta in una lingua pura, precisa, un dialetto teatralissimo ma vero…  Una nostalgica visitazione di interni domestici che presto – siamo nel 1761 – Goldoni non vedrà più, dato il prossimo, volontario trasferimento a Parigi. E' la solita sapienza scenica, la solita sagacità, stavolta al servizio di un testo un po’ malinconico ma assolutamente divertente, che racconta il rapporto tra una madre vedova e i figli, maschio e femmina, in età da moglie e marito…  Modernamente è già una commedia sulla difficoltà di crescere e lasciar andare i figli.

 

 

 

Ancora Goldoni, dal 18 al 24 luglio, con il  Teatro degli Ottantasei che propone la notissima commedia “Un curioso accidente”.  Ambientata all’Aja, la vicenda vede protagonisti due giovani innamorati che, convolando a giuste nozze, riusciranno a trovare una soluzione alle loro pene d’amore anche a scapito del rispetto delle tradizioni e dei veti incrociati frapposti dai genitori. Vi si può leggere il tema assai dibattuto nelle commedie goldoniane che contrappone l’aristocrazia veneta decadente alla nuova borghesia mercantile.

 

Un'altra brillante commedia goldoniana, “L’erede fortunata”, è quella in scena dal 26 luglio al 3 agosto con la compagnia La Maschera.  La trama è intessuta intorno ad una ricca eredità per la quale la protagonista Rosaura è destinata, per decisione testamentaria paterna, a sposare il suo vecchio tutore Pancrazio, a discapito dell'amore corrisposto per Ottavio. La commedia nel 1750 fu un clamoroso insuccesso forse perché, in anticipo sui tempi, tentava di togliere le maschere ai commedianti, facendo opportunamente emergere la psicologia dei personaggi. La regia ha affrontato il testo secondo una ricerca che, pur nella fedeltà ai significati dell'autore,  ha cercato di attualizzare lo spazio di azione teatrale, la collocazione temporale, la connotazione dei personaggi e le musiche di scena.

N.B.: In data 13/06 è comunicata la sospensione degli spettacoli della compagnia Teatro Cellula 41 in programmazione dal 5 al 15 agosto.


Segue dal 17 al 24 agosto la compagnia Lavanteatro con un brillante vaudeville di Feydeau, “A scatola chiusa”.  Non si deve mai comprare “a scatola chiusa”. Infatti la conseguenza è una serie di incredibili equivoci e un grande scompiglio, nel susseguirsi di dialoghi serrati, di esilaranti malintesi, di vertiginosi colpi di scena e di deliziose situazioni comiche, costruite con la consueta precisione del meccanismo ad orologeria matematico, tipico del teatro di Feydeau. La regia ha scelto di lavorare molto sui tempi comici basati non solo sulle battute ma anche sulle pause

 

Chiude la compagnia Einaudi – Galilei con “Prima pagina” di Ben Hecht e Charles Mc. Arthur. America anni ’30 : nella sala stampa di un penitenziario americano, un gruppo di cinici cronisti sta attendendo l’esecuzione di un sovversivo anarchico, assassino per caso di un poliziotto. Satira divertente e corrosiva del mondo della carta stampata a tutto disposta per aumentare la tiratura ma anche, meno evidente satira del mondo americano, con i suoi radicati pregiudizi, il suo marciume politico, le sue quotidiane nevrosi. Battute fulminanti, linguaggio pirotecnico e continui colpi di scena. Al ritmo dello swing.

 

Chiostro S: Maria in Organo


Inizia, dal 5 al 10 luglio, la compagnia  Renato Simoni con “Bertoldo a corte” , il celebre testo di Massimo Dursi che descrive la figura dell’arguto contadino nella pittoresca ambientazione di un' immaginaria corte formata dalle carte da gioco. La regia ha scelto di accentuare, sulla base dei suggerimenti dell’autore in occasione della precedente edizione dello spettacolo nel’76,  la filosofia del protagonista per il quale la libertà è il bene più prezioso dell’uomo che spinge a sacrificare se stessi, anche l’amore e la famiglia. Il musicista Mutto ha rielaborato poi le canzoni scritte da Ravazzin adattandole in modo più scanzonato al testo.                                            

 

Un’altra commedia ,“Chiave per due” , è quella proposta da Il Teatrino dal 12 al 22 luglio.

Gli autori, John Chapman e Dave Freeman, noti per lavori comici televisivi, propongono una trama centrata su una divorziata che risolve i propri problemi economici intrattenendo in giorni diversi due uomini fra loro sconosciuti, fino all'arrivo inaspettato delle mogli….. La regia, attraverso una recitazione ritmata e spedita, ha cercato di rendere le varie comicità assurde e nello stesso tempo credibili, risolvendole in un puro gioco di divertimento senza alcuna pretesa moraleggiante.

 

Dal 23 al 31 luglio è la volta della compagnia La Formica con la brillante commedia di Carlo Goldoni, “L’impresario delle Smirne” che vede protagonisti tre cantatrici, un soprano maschile, un tenore, un castrato, tutti di scarsa abilità ma di costumi facili. A fianco un conte squattrinato, un sensale di “virtuosi e virtuose”, un locandiere ed un ricco mercante turco.

Il tutto per combinare un’opera all’italiana da portare alle Smirne. Di questo testo la regia ha voluto evidenziare i rapporti di “libero scambio” che talvolta caratterizzano il mondo dello spettacolo. Così, tutto si fa e tutto è concesso, pur di realizzare l’evento e l’arte che meglio si presta allo scopo è la seduzione.

 

La Compagnia Veronese di Operette dal 2 al 14 agosto è in scena con “Ballo al Savoy”  da Paul Abraham, in un adattamento di David Conati. Nella cornice di una Nizza tutta lusso e lustrini, capitano i personaggi più disparati: una indiavolata americana compositrice di canzoni jazz, un marajà con tutte le sue ex mogli, una danzatrice argentina. Amori, gelosie, divorzi, avvocati, sono gli ingredienti di uno spettacolo esilarante. Il dinamico spartito manifesta la sua modernità con un occhio a Brodway e l’altro al cinema. Molto varia la parte musicale che abbonda di fox-trot, melodie latino-americane, charleston, senza dimenticare tango e  valzer. Nell’allestimento la regia ha voluto attualizzare lo spettacolo con una moglie femminista ante-litteram e un marito arrampicatore sociale, gaudente pentito, ma non troppo.

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Insoliti Noti, dal 15 al 26 agosto, propone il divertente “Io due figlie e tre valigie (Oscar)” da Claude Magnier – adattamento di Donato De Silvestri. E’ un omaggio a Louis De Funès che con questa commedia realizzò uno dei suoi maggiori successi cinematografici.

Bertrand Barnier, ricco imprenditore edile, si trova al centro di un intreccio frenetico di eventi che ricreano il sorprendente cocktail di comicità, emozioni e simpatia del comico francese, qui di nuovo virtualmente in scena per regalare un ennesimo sorriso.

La vivace regia sottolinea i molteplici cambiamenti di scena mantenendo alla recitazione un ritmo molto serrato.

 

Chiude la compagnia Tabula Rasa che dal 28 agosto al 2 settembre è in scena con “Ma per fortuna è una notte di luna” di Ermanno Carsana. La vicenda è ambientata in una casa gentilizia dove due ladri sgangherati tentano goffamente di derubare la padrona di casa del suo celeberrimo diadema. Classica commedia dell’equivoco dove i personaggi più scaltri giocano il ruolo di vincenti mentre i più puri alla fine restano sempre buggerati. Tuttavia venendo a mancare la linea di demarcazione tra furbi e deboli, la commedia risulta innovativa per svolgimento e complicità inaspettata tra vincitori e vinti.

 

Cortile Montanari

                         

 

                         

 

 

Apre la rassegna la compagnia Mamadanzateatro, dal 22 al 25 giugno, con lo spettacolo “Rosencrantz e Guildenstern sono morti”  di Tom Stoppard, commedia sul paradosso della vita umana, esistenza che potrebbe risultare drammatica nel momento in cui l'uomo cercasse una spiegazione ad ogni avvenimento. Anche la situazione stessa dove sono chiamati i due protagonisti è priva di senso: la pazzia o la presunta pazzia del principe Amleto alla quale essi devono dare una motivazione. In una sorta di teatro nel teatro, il pubblico vede ciò che accade dietro la scena quando un personaggio esce dalla tragedia shakesperiana ed entra nella commedia stoppardiana.

 

Dal 27 giugno al 3 luglio è in scena la compagnia Trixtragos con “La donna serpente”  di Carlo Gozzi. E' una favola scritta nel '700 con le regole dell'epoca dove  spiccano maghi, draghi, fate e maschere.. L'autore, è  contrario alla riforma goldoniana e difende strenuamente il suo modo di vedere il teatro, con testi all'insegna della meraviglia e del non verosimile.

 "La donna serpente" è la storia di uno splendido amore tra una fata e un principe, con una fata che vuole diventare mortale per restare sempre vicina al suo grande amore. La fisicità con cui si esprimono gli attori diventa quindi fondamentale. La musica, come in tutti i lavori della compagnia, è parte integrante dello spettacolo e si fonde perfettamente con le fiabesche atmosfere.

 

La Compagnia Giorgio Totola in scena dal 6 al 15 di luglio propone “Le allegre comari di Windsor”, da Shakespeare in un adattamento di David Conati. Una piacevole commedia che narra una serie di beffe nelle quali chi le architetta rimane poi a sua volta beffato.  Al centro l’ingombrante figura di Sir Falstaff che racchiude in sé tutte le caratteristiche dell’eccesso: infantile, immaturo, spudorato, vigliacco, innamorato del cibo, del bere, attratto dal denaro e dalla smania del successo. In una galleria di personaggi in situazioni comiche che rendono vivace e divertente tutta la vicenda, è rappresentata la realtà di una sonnolenta cittadina, le illusioni e le disillusioni nostre, la voglia che abbiamo di evadere da una vita forse troppo stretta.

 

La Barcaccia propone, dal 18 luglio al 5 agosto,  “Ostrega che sbrego!” di Arnaldo Fraccaroli in un originale adattamento e regia di Roberto Puliero. Lo spettacolo è l’ironica, scanzonata rivisitazione d’uno dei testi comici più significativi del ricco patrimonio del teatro popolare veneto a cavallo fra Otto e Novecento: il recupero di una commedia di sapiente artigianato, che, mescolando personaggi reali e irresistibilmente farseschi, ritmo frenetico e linguaggio scoppiettante di umori popolari, allegramente sbeffeggia modi e atteggiamenti del teatro lirico di ieri e di sempre.

 

Chiude la rassegna estiva la compagnia Estravagario dal 9 al 26 agosto con “Parenti Serpenti”  di Carmine Amoroso. Le feste di Natale hanno la straordinaria capacità di riunire sotto lo stesso tetto anche la famiglia più disgregata e disastrata nonostante incomprensioni, contrasti e invidie. Un vero e proprio fuoco celato sotto la cenere che raramente esplode nell’incendio della conflittualità. A volte lo si potrebbe scambiare per calore natalizio.

Uno spettacolo comico e amaro al tempo stesso dove una recitazione molto naturale sottolinea il grottesco della vicenda ambientata negli anni ’80.

 

 

 

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