coppelia2_lightCon Coppelia di Fabrizio Monteverde su musica di Léo Delibes si conclude sabato 21 aprile al Camploy la sezione danza dell'Altro Teatro. Lo spettacolo, proposto dalla compagnia Junior Balletto di Toscana, rivisita il balletto musicato da Delibes nel 1870 ambientandolo nei giorni nostri. Diciotto gli interpreti.

VERONA – La rassegna L'altro teatro (organizzata dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Verona in collaborazione con Arteven) si conclude sabato 21 aprile al Teatro Camploy alle 20.45 con Coppelia su musica di Léo Delibes. Ne è interprete la Compagnia Junior Balletto di Toscana diretta da Cristina Bozzolini, compagnia di giovani talenti che da sette anni si esibisce con grande successo in ambito nazionale e internazionale. Liberamente ispirata all'omonimo balletto del repertorio ottocentesco, questa edizione è a firma di Fabrizio Monteverde che oltre alla coreografia firma la drammaturgia e la regia. I costumi sono di Santi Rinciari, le luci di Andrea Narese. In scena nove giovani coppie "under 21" formatesi tutte presso la Scuola del Balletto di Toscana.

Con questa nuova creazione, Fabrizio Monteverde e Cristina Bozzolini riprendono un percorso di solidale e feconda collaborazione artistica nata oltre venti anni fa. Sodalizio cui si devono alcune delle produzioni e delle esperienze più qualificate della storia della danza italiana di questi ultimi decenni. Il balletto Coppelia, entrato nel corso degli anni nel repertorio di numerose compagnie, andò in scena per la prima volta all'Opéra di Parigi nel 1870. Ispirato al racconto L'uomo della sabbia (1815) di E.T.A. Hoffmann, trasformava la vicenda nera e cupa del testo letterario in una storia d'amore a lieto fine con sprazzi anche di humour e con numerose danze di carattere particolarmente coinvolgenti e brillanti. Coppelia segnò la rottura col mondo soprannaturale dei balletti romantici e sostituì gli esseri eterei come le silfidi e le villi con una bambola meccanica. Nel corso degli anni si sono cimentati con Coppelia coreografi famosi. Tra questi Paolo Taglioni (1881), Marius Petipa (1884), Aurel Milloss (1939), Roland Petit (1975), Maguy Marin (1993) e Charles Jude (1999).

Dopo il debutto dello scorso novembre, Coppelia di Monteverde è da cinque mesi in tournée e dopo gli elogi della critica sta riscuotendo dovunque grande successo. Accantonate le atmosfere ottocentesche, Monteverde veste Coppelia di rosso e attualizza la vicenda contrapponendo, in un contesto giovanile, quasi adolescenziale, l'amore autentico a quello delle apparenze e dei surrogati.

«C'è un angolo della mente – dice Fabrizio Monteverde – che non riesce a razionalizzare la paura del diverso e di ciò che non conosciamo, mettendo in evidenza tutte le nostre paure, anche le più infantili. Il terrore di rimanere soli fa compiere tortuosi percorsi come in un racconto dell'orrore. Coppelia non è altro che il punto di partenza per un viaggio che ha come meta la ricerca dell'altro, ovvero, l'Amore. È solo con questo indispensabile ingrediente che il sangue e la vita riescono a fluire dentro ad un corpo e a dare un senso all'esistenza. La ricerca disperata di voler donare la vita – conclude Monteverde – è semplicemente la necessità di amare».

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