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Martedì, 15 Maggio 2018 08:05

Da Less is more a Slow is better

La nota affermazione “Less is more” (meno è di più) di Ludwig Mies van der Rohe viene spesso associata al minimalismo e al razionalismo nell'ambito dell'architettura e del design. Ma la semplificazione non è uno stile né un linguaggio, quanto la riduzione a quella che è l'effettiva essenza di una cosa e cioè la sua misura, la sua proporzione, il giusto uso dei materiali per produrla.
“Less is more” è una delle frasi più ripetute anche da grafici e stilisti per nuovi purismi e nuove distillazioni formali.
Personalmente, trovo che questa locuzione sia valida anche per il campo della comunicazione, dei media, del marketing e, perchè no, dell'informatica. Ambiti dove spesso le aziende hanno investito (e investono) indiscriminatamente risorse allo scopo di occupare, presidiare, ogni settore. Ma ogni eccesso si rivela sempre fallimentare.

Chi ricorda più il mondo virtuale di “Second Life”, la piattaforma lanciata nel 2003 su cui sembrava ogni azienda dovesse essere? Doveva servire per l'intrattenimento e molto altro, ma oggi è stata quasi dimenticata. Il bello non ha bisogno di esibizioni, effetti speciali, shock visivi. Ma forse del contrario: di occultamenti, purezze, economie. Quasi di lucide, asettiche  follie, come quella messa in campo dal film “Ecce Bombo” di Nanni Moretti (2006), dove il protagonista chiede ad un amico: “Che dici, vengo? Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?”. È il valore di una posizione laterale, minimale (se non dell'assenza) che rende la presenza più misteriosa e seduttiva.

E se accanto a  Less is more si mettesse Slow is better, rifacendosi allo “Slow Food” di Carlo Petrini, che invita a “ridare il giusto valore al cibo, nel rispetto di chi produce, in armonia con ambiente”, ma anche a vivere il pasto come un piacere e come risposta al dilagare delle abitudini frenetiche della vita moderna?
È una “lentezza”che ha la stessa valenza della perfezione di un'architettura, la stessa eleganza di un abito dalle linee essenziali, la stessa discrezione nell'uso delle nuove tecnologie.
Forse è un nuovo stile di vita, quello a cui si allude: un modo di essere tutto da inventare o tutto da sognare.

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