La famiglia Facchini titolare di Swinger International, il gruppo veronese che nel 2002 ha acquisito da Prada il marchio Byblos, ha aperto in Valpolicella (a 10 minuti dal centro di Verona) uno dei più lussuosi alberghi d’Italia.

L’architettura degli interni dell’Hotel dotato di un ristorante (Amistà), di un centro benessere (Istituto Herni Chenot), è stata curata dall’architetto Alessandro Mendini che ha coniugato il classico con il moderno. Anche la presenza di opere di arte contemporanea, grande passione della famiglia Facchini, sarà un segno distintivo dell’albergo. Artisti internazionali come Anish Kapoor, Peter Halley, Vanessa Beecroft, Sol Lewitt ... Arnaldo Pomodoro hanno partecipato al progetto, spesso creando opere adatte all’ambiente (camere e zone comuni). Per la nuova borghesia della nostra città, piuttosto pigra verso il “contemporaneo”, un buon segnale di vivacità e sensibilità.

Abbiamo intervistato l’architetto Alessandro Mendini che è l’ “artefice” del “look” degli interni di questa Villa, antica residenza dei conti Banda, il cui corpo centrale risale al 1400, dotata di uno splendido parco di 20.000 metri quadrati. L’attuale costruzione è opera dell’architetto conte Ignazio Pellegrini e risale alla seconda metà del 1700.

E’ più suggestivo lavorare ex-novo partendo dalla progettazione di un immobile o intervenire su un contesto stilisticamente ben connotato come nel caso di Villa Amistà?
Per un progettista il fascino è parallelo, nel senso che è molto interessante lavorare ex novo, in uno spazio vuoto, nel vuoto, ma anche intervenire sull’esistente. Questo secondo caso mi si addice particolarmente nel senso che a me piace intervenire; mi piace intervenire anche sui mobili esistenti modificandone l’immagine. Pertando nel caso di Villa Amistà, una specie di Villa utopica, meravigliosa, piena di storia e di magia, il gioco progettuale di reinvenzione è stato molto divertente.

L’inserimento di opere d’arte, che è uno dei must di questo albergo, quanto l’ha condizionata nel progettare gli interni o invece quanto è stata la sua cifra linguistica a condizionare la scelta dei vari artisti?
La formula dell’arte dentro le stanze (pubbliche e private) di questo albergo mi è molto congeniale. Ho sempre lavorato con artisti. Ho sempre introdotto artisti nelle mie opere (magari immettendoli in un Museo che ho progettato o nelle stazioni della metropolitana di Napoli di cui sono stato progettista, oppure facendoli lavorare per Alessi nel corso della mia lunga collaborazione con questa azienda). Anche nel caso di questo albergo mi sono trovato assolutamente a mio agio; tra l’altro la sensibilità del signor Dino Facchini nei confronti degli artisti è simile alla mia e mi sono trovato di fronte ad artisti che o erano già miei amici oppure mi piacevano.

Gli artisti sono stati invitati a produrre delle opere espressamente per determinati ambienti o sono state inserite opere della collezione della famiglia Facchini?
Si tratta di opere guidate oppure fatte apposta in modo da trovare una situazione precisa, una giusta collocazione.

Quindi ad esempio anche Anish Kapoor, Peter Halley sono venuti o lei ha fatto avere agli artisti i rendering di alcune stanze dove sarebbero state collocate le opere?
In generale gli artisti sono venuti a vedere la Villa, poi si sono presi accordi. Ad esempio il Peter’s Bar è creato sullo stile dell’artista americano Peter Halley. Halley ha fatto 5, 6 quadri e il mio studio ha interpretato l’ambiente dove i quadri sarebbero stati collocati. L’ambiente è stato fatto in funzione dei suoi quadri (vedi rendering a lato). In realtà sarà ancora diverso...

Chiuda gli occhi e pensi, quale tipo di committenza vorrebbe avere e in cui non si è ancora cimentato?
Da questo punto di vista sono molto realista, nel senso che progetto delle cose che magari sono reali e per approrpiarmene nella mia testa le trasformo in sogni, fantasie, magie. Ma mi piace progettare anche una cosa umile, piccola. L’aspirazione tipica dell’architetto è di fare il grattacielo. Se arriva bene, se non arriva va bene lo stesso. E’ meglio lavorare su misure più controllabili.

Come definirebbe il suo stile, in particolare riferito agli interni, all’arredamento? Neo-barocco?
Questa parola del neo-barocco che sta circolando io la uso da trent’anni e mi funziona, nel senso che mi piace l’ornamentalismo, il patwork. Anche in questo albergo si sono assemblate tra loro parti anche contradditorie al fine di ottenere ambienti con una carica emotiva. Qui le camere danno una sensazione di grande accoglienza per permettere di estraniarsi dalla durezza del reale.

Per ritornare a Villa Amistà, quale ambiente l’ha coinvolta di più?
Io all’inizio fui chiamato per fare 2 suite, diventate subito 3. Poi si aggiunsero altre suite e camere. Alla fine questa specie di consulenza visiva si è estesa a tutto l’albergo. A questo va aggiunta la trasformazione dell’immagine di molti mobili tradizionali. I mobili, i tessuti sono stati disegnati dal mio studio. Hanno quindi colori molto forti che li trasformano. All’inizio ero rimasto concentrato sulle “mie” 3 suite, ma via via mi ha coinvolto il salone d’ingresso (vedi foto), la cantina, i “negozietti”... il ristorante

L’esterno è rimasto invariato o stato fatto qualche intervento strutturale pesante?
Il mio è stato un lavoro da “fantasista” negli interni. Tutta la parte architettonica e il restauro, in collaborazione con la sovrintendenza, è dell’architetto veronese Zorzi, mentre il giardino è stato curato dall’architetto Paghera.

Quali le peculiarità del nuovo Hotel, rispetto ad espereinze simili (da Gibellina a Bolzano ecc.)? La tendenza di oggi è di costruire alberghi fortemente connotati per il design, per la presenza di opere d’arte...
Ci sono hotel di design e d’arte. Le formule tutto sommato sono parecchie. Direi che ciascuno Hotel si distingue sulla base dell’autore. Se questo albergo ha una sua identità, a questa ho contrinuito anch’io.

La differenza è Mendini?
C’è anche una collezione di design moderno importante. Ci sono tavoli, tavolini e lampade, pezzi design che fanno ormai parte della storia. Ad esempio in “cantina” c’è un tavolo di Frank Lloyd Wright con le sedie di Aldo Rossi; ora queste pezzi messi frontalmente, con dei mobili tradizionali trasformati, si caricano di uno strano effetto.

Lei prima ha parlato di tessuti fatti produrre per l’albergo.
Certo, come i piatti del ristorante, le tazzine del bar, il candelabro...

Lei non produce una linea casa?
No. Se si venderanno dei mobili o degli oggetti di Villa Amistà (almeno teoricamente) sono produzione di Villa Amistà. Questa è una tendenza limite, non so se realizzabile!

Lei ha raccolto i suoi testi di Casabella e di Modo in un libro dal titolo “Progetto infelice”. I suoi progetti sembrano molto felici!
Nel mio lavoro che è molto sfacettato ci sono vari momenti e varie situazioni. C’è anche questo sentimento simile alla felicità ma anche il senso di questa tragedia del contemporaneo. Nel mio lavoro c’è anche un po’ di pessimismo di fondo. Cerco di fare delle cose che producano gioia ma il mondo è difficile e questa coscienza ce l’ho.

Ha alcune modalità linguistiche che si porta dietro come la “Poltrona di Proust”?
La metodologia che ho usato nella poltrona di Proust è cominciata nel 1978. E’ la stessa metodologia che uso per fare questo albergo. Prendo cose antiche le trasforno e le rendo molto eccitanti come fenomeni contemporanei.

Ha un atelier dove vengono prodotte?
La poltrona di Proust esiste di bronzo, dorata, piccola... Quelle pitturate a mano vengono fatte nel mio studio, su prenotazione. Cè anche una poltrona di Proust, prodotta con un tessuto stampato, sul catalogo di Cappellini.

Nell’albergo c’è tecnologia?
Certamente, il massimo di cui un albergo possa essere dotato oggi, ma abbiamo tentato di non far vedere nulla e mi pare che ci siamo riusciti!

Mara Vicentini

Altre informazioni

Byblos Art Hotel Villa Amistà
via Cedrare, 78
37029 Corrubbio di Negarine (Verona) - Italy

tel. +39 045 6855555
fax +39 045 6855500
email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
site: http://www.villamista.com

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