
mercoledi 19 marzo ore 20,45
Teatro Camploy
chiude la sezione prosa Tutta colpa di Garibaldi di Gioele Dix, Nicola Fano e Sergio Fantoni, per la regia di Sergio Fantoni. camicia rossa (Matteo Malavas
nella foto un momento di Tutta colpa di Garibaldi con Gioele Dix
foto Antonella Anti
La creatività contemporanea in scena
6 dicembre 2007 - 28 marzo 2008 al Teatro Camploy
Dodici gli spettacoli proposti, sei di prosa e sei di danza, che nell'arco di quattro mesi proporranno un fermo immagine del teatro d’innovazione e della danza contemporanea italiana, mostrando al pubblico un altro modo d’intendere lo spettacolo, alternativo a quello dei circuiti più classici che transitano dai grandi palcoscenici. Particolarmente contenuto il prezzo degli abbonamenti, solo 20 euro per i sei spettacoli di prosa o per i sei spettacoli di danza, mentre i biglietti per un singolo spettacolo costano 8 euro intero, 6 euro ridotto.
Giunto alla sua quarta edizione, L’altro teatro torna dunque con la sua offerta innovativa nell’ambito della prosa e della danza, a raccontare storie emozionanti, a volte divertenti a volte drammatiche, che sul palcoscenico del Camploy trovano lo spazio ideale per esprimersi ed essere viste, proprio per l’originalità della sua forma architettonica che si presta perfettamente alla danza contemporanea (che richiede spesso angoli acuti e prospettive sghembe) e al teatro di ricerca. La sezione di danza amplia tra l’altro il suo sguardo sulla scena coreografica nazionale aumentando il numero degli spettacoli, da quattro sei come per la prosa, ed ospitando coreografi che rappresentano, ognuno a suo modo, l’eccellenza della danza contemporanea italiana.
La prosa ospita un teatro che si interroga e interroga il pubblico sulla realtà del nostro tempo, attenta all’attualità e adatta a spettatori giovani e curiosi di ogni età. Si parte il 6 dicembre con il premiatissimo (Premio UBU 2006 come migliore “Nuovo testo italiano”, Premio “ETI - Gli Olimpici del Teatro” 2006 come migliore novità italiana, e Premio “Enrico Maria Salerno” per la drammaturgia) Il sorriso di Daphne, una “commedia tragica” che con pudore affronta il tema dell’eutanasia, in equilibrio tra sorriso e pena, coinvolgimento e distacco riflessivo. Sulla scena Vittorio Franceschi, Laura Curino e Laura Gambarin. Ne sono protagonisti Vanni, un vecchio e burbero botanico ormai alle prese con il degenerare della sua malattia, e la sua grande scoperta, Daphne, una pianta unica e misteriosa, proveniente dal Borneo. Uno spettacolo (prodotto da Arena del Sole - Nuova Scena - Teatro Stabile di Bologna, scritto da Vittorio Franceschi e diretto da Alessandro D’Alatri) che sa commuovere e far ridere, e diventa motivo di profonda riflessione. Seguirà, il 22 gennaio, I capitoli dell’infanzia, spettacolo scritto e diretto da Davide Enia (nel 2003 Premio Tondelli per la Drammaturgia e Premio UBU speciale “per la nascita di un nuovo cantastorie”) che rappresenta il primo capitolo di un ciclo di storie sulla crescita di tre fratelli, qui a 12, 13 e 14 anni, in una Palermo crocefissa dal sole e tutta da scoprire. Protagonista della pièce Davide Enia, grande talento affabulatore che affonda le sue radici ne “lu cuntu” siciliano e che da Verona inizia la sua la tournèe veneta, accompagnato dalle musiche dal vivo di Giulio Barocchieri e Rosario Punzo, parte attiva e narrante dello spettacolo. Come in altri suoi spettacoli Davide Enia fa tesoro dei ricordi d’infanzia e regala al pubblico scorci di vita di grande raffinatezza e spettacolarità.
Uno spettacolo che ci riporta indietro nel tempo, nell’Italia del dopoguerra, per farci riflettere su quanto non siano cambiate le cose, è invece quello proposto il 14 febbraio da quattro attrici per una volta anche registe col nome Mitipretese, che portano in scena il testo di Elio Petri, già film del regista neorealista Giuseppe De Santis, Roma ore 11. La pièce ha già riscosso un enorme successo di critica e pubblico e affonda il dito nella piaga della disoccupazione femminile, di ieri e di oggi. La vicenda ricostruisce un fatto di cronaca del 1951, quando duecento ragazze si presentarono per un posto malpagato di dattilografa. L’improvviso crollo della scala dello stabile dove si tenevano i colloqui causò la morte di una delle candidate e ne ferì circa settanta. Una cruda indagine di cronaca sulla condizione femminile, che denuncia attese, miserie e disperazione delle donne.
Il quarto appuntamento, il 19 febbraio, è col dramma borghese Hedda Gabler di Henrik Ibsen (altro attento conoscitore della società civile), un classico rivisitato con gli occhi di oggi da due registi capisaldi del teatro contemporaneo, Elena Bucci e Marco Sgrosso. Lo spettacolo è ambientato in una grande casa, un paradiso borghese dove vive una coppia appena sposata e dal promettente futuro. Ma questa fortezza si fonda su equivoci: l’elusione della morte, tramite la fede nei beni materiali, e la fuga dai sentimenti, attraverso maschere e convenzioni. Ma presto i soldi finiscono e si scatenano invidie e rivalità, sorge una vera e propria guerra con il salotto di casa trasformato in un ring in cui si confrontano/scontrano i personaggi. Questi, apparentemente normali e simili a noi, acquistano nel duello per il potere di uno sull’altro una dimensione animale, che li avvicina per un attimo ai miti delle grandi tragedie. Sarà poi la volta, il 13 marzo, del Festino della Compagnia Sud Costa Occidentale di Emma Dante, spettacolo crudo e poetico che vede protagonista un toccante Gaetano Bruno nel duplice ruolo dei gemelli Paride e Jacopo. Uno “tutto aggrippato ‘ntesta”, l’altro nelle gambe, costretto alla sedia a rotelle, uno il corpo, l’altro la mente, i due sono uniti al punto da scambiarsi i ruoli e compensarsi a vicenda, soprattutto dopo l’abbandono del padre. Per il suo gemello, Paride diventa un ricercatore di baricentri, mette in equilibrio gli stuzzicadenti, le posate, l’ombrello del padre e le scope, tutto tranne lui, che dovrebbe essere il più facile, “che tutti i cristiani stanno in piedi”. Emma Dante, autrice e interprete palermitana che occupa un posto di primo piano nella drammaturgia italiana contemporanea con il suo “teatro di vita” essenziale e viscerale (il suo Carnezzeria le è valso nel 2003 il Premio Ubu migliore novità - ricerca drammaturgia), con questa pièce emoziona e coinvolge lo spettatore, addentrandosi ancora una volta nell’ambito familiare.
Il 19 marzo chiude la sezione prosa Tutta colpa di Garibaldi di Gioele Dix, Nicola Fano e Sergio Fantoni, per la regia di Sergio Fantoni. Lo spettacolo narra le tragicomiche peripezie di un autore-attore (Gioele Dix) cui è stato commissionato un testo celebrativo su Garibaldi, emblema dell’immagine contraddittoria degli italiani, da cui egli è allo stesso tempo attratto e respinto, a causa di quel temperamento ondeggiante fra epici slanci e clamorosi ritiri che sfugge a ogni definizione e retorica. Gioele Dix si chiede: l’Italia è un soliloquio di Garibaldi o gli Italiani hanno tradito la sua promessa e il suo sogno? Uno spettacolo documentato, dinamico e senza peli sulla lingua. Divertente e polemico, lo show cerca radici e ragioni del nostro carattere di cittadini incompiuti. Accanto a Gioele Dix, narratore appassionato ma sempre più perplesso, una giovane ed effervescente assistente sudamericana neo-garibaldina (Edmarcia de Andrade) e un geniale contrabbassista in tassativa camicia rossa (Matteo Malavasi).
La sezione danza offre al pubblico la possibilità di cogliere la multidisciplinarietà che contraddistingue la coreografia in questo nuovo millennio, ricco di scambi tra le discipline e le arti, con confini e territori sempre meno circoscritti e delimitati. La musica, da sempre fedele compagna della danza e talvolta “sorella minore” al suo servizio, assume spesso la stessa dignità della coreografia, mentre diventano protagoniste anche la parola e la voce ricoprendo ruoli non convenzionali, talora inediti nel campo del balletto.
Gli spettacoli offrono un quadro generazionale molto preciso e puntuale: Mauro Bigonzetti, Laura Corradi, Giorgio Rossi, Virgilio Sieni e Roberto Zappalà hanno un’età più o meno simile e matura che permette scelte e proposte conformi al proprio stile. Matteo Levaggi, più giovane, si distingue invece per una sorta di “irrequietezza” coreografica alla ricerca di soluzioni innovative nella sintassi compositiva.
Primo appuntamento il 16 febbraio con la Compagnia Sosta Palmizi e Paola Turci, un duo inusuale e che proporrà Cielo. Concerto per un corpo sonoro e una voce danzante. Con questo particolare concerto “danzato” dalla cantautrice Paola Turci, tra le più interessanti della sua generazione, e dal danz’autore Giorgio Rossi, co-fondatore dei Sosta Palmizi, il canto di una donna si sposa alla danza di un uomo. La contaminazione è stata lo stimolo che ha guidato il canto di Paola Turci a modulare i gesti di Giorgio Rossi e, viceversa, il movimento di quest’ultimo ad entrare nelle parole di lei, con ritmi e dentro spazi di azione flessibili e sempre diversi. Musica e danza, insieme, elaborano una rigorosa sintassi emozionale di suono e gesto.
Il 22 febbraio sarà la volta della Compagnia Zappalà Danza in 24 PRELUDES - La pace dei sensi su musica di Frédéric Chopin. A chiusura del progetto “Corpi incompiuti” che ha impegnato Roberto Zappalà dal 2002 al 2006, questa creazione per otto interpreti segna anche l’inizio, per il coreografo siciliano, di un nuovo percorso dedicato alla danza pura e tocca temi come l’amore, la pazzia e la morte. Zappalà “aggredisce” gli aforismi musicali chopiniani e concentra l’attenzione sui corpi dei suoi ballerini e sulle anomalie psicofisiche, ovvero gestuali, di una danza incessante, sullo scuotersi dei corpi nei loro goffi e bestiali movimenti, contrappunto a una musica sognante e furibonda, sensuale e frigida, gioiosa e tragica.
Il 29 febbraio la Compagnia Virgilio Sieni proporrà SONATE BACH di fronte al dolore degli altri, a ricordare, attraverso undici coreografie, altrettanti avvenimenti tragici accaduti in conflitti recenti: Sarajevo, Kigali, Srebrenica, Tel Aviv, Jenin, Baghdad, Istanbul, Beslan, Gaza, Bentalha, Kabul. Un tentativo, attraverso Bach, di evocare il corpo e sublimare la tragedia tramite il gesto, una continua dedica in memoria. 11 date emblematiche raccolte intorno agli 11 brani che compongono le 3 Sonate di J.S.Bach. Uno spettacolo caratterizzato da “fotografie di corpi” che si diluiscono attraversando la dinamica e la figura, cercando un approccio irrisolvibile all’orrore. La danza qui afferma lo sforzo di evocare da queste macerie di esistenza una bellezza impossibile e paradossale, da cesellare con lo strumento etico e politico per eccellenza: il gesto. L’attenzione si ferma sulla questione del corpo, sul suo significato, sulla sua complessità e attualità, offrendo la sublimazione della tragedia nella trasfigurazione artistica senza commento, che coinvolge insieme l’umano e il sacro, il singolare e l’universale.
Aterballetto – Fondazione Nazionale della Danza presenterà, l’8 marzo col titolo Aterballetto suite, cinque coreografie firmate da Mauro Bigonzetti. La più importante compagnia italiana di danza contemporanea proporrà il “meglio” delle creazioni del suo direttore artistico: il passo a tre Songs del 1997 su musica di Henry Purcell, il passo a tre 3D del 1994 su musica di David Byrne, il giocoso e intenso passo a due Après midi d’enfants del 2006 su musica di Beethoven, la travolgente Cantata del 2001 eseguita da tutta la compagnia su musiche popolari della tradizione napoletana e salentina e l’assolo Passo Continuo del 2005 su musiche di Johann Sebastian Bach rivisitate da Anton Giulio Galeandro.
Il 15 marzo il Balletto Teatro di Torino proporrà la sua ultima produzione, Didone e Enea di Matteo Levaggi su musica di Henry Purcell. Un soggetto coinvolgente, dai risvolti surreali e magici nella versione musicale di Purcell (celebre nella Londra del 1869) che si ispirò al IV libro dell’Eneide di Virgilio e alla storia di Didone per musicare un libretto già esistente. Una musica teatrale, “emotiva”, toccante e imponente, compatta ma allo stesso tempo ricca e varia, essenzialmente legata a quel libretto, che dà vita a un balletto per nulla “astratto”. L’incontro tra una musica famosa e una danza semplice, lontana da minimalismi, tutta volta a tratteggiare la protagonista Didone, fin dall’inizio perseguitata da un presagio che con una linea continua ma dinamica la porterà fino alla morte. Un lavoro coreografico che non cade nel gioco dell’alternanza o del “doppiaggio” danzatore/cantante ma si avvale piuttosto di un lavoro d’invenzione di danza pura, capace di emozionare e illuminare un dramma fatto di assenze, concentrato sulla figura della regina Didone. Chiusura thriller, il 28 marzo, con NERO – una poetica vendetta proposto da ErsiliDanza di Laura Corradi che tinge così di nero il linguaggio del teatrodanza. Suspence e intrigo dominano in questo spettacolo, funzionali a narrare un attraversamento pericolosamente in bilico. “Il passato è segnato da una ferita, il presente è rosso di rabbia e urla vendetta, il futuro è incerto come quello di un omicida in fuga”. Diversi ingredienti si mescolano in questo percorso di cicatrizzazione che dà luogo a una caduta lenta e drammaticamente consapevole, a tratti anche ironica, verso il “fondo delle cose”. E un crescente desiderio di rivalsa permetterà un improvviso e sorprendente tuffo nell’atmosfera tutta nera della premeditazione di un delitto elegantemente firmato al femminile.
Alice Castellani
L’orario d’inizio di tutti gli spettacoli è fissato alle ore 20.45.
Nelle serate di spettacolo vendita biglietti al Teatro Camploy dalle ore 20.00
(tel. 045/8008184-8009549).
Prevendita tramite circuito UNITICKET (numero verde sportelli di Unicredit Banca ABILITATI 800323285) e CALL CENTER (tel. 899111178).
Biglietti on line su www.geticket.it
Servizio biglietteria anche presso BOX OFFICE (via Pallone12/a, tel. 899199057).
Data inizio: 19-02-2008
Data fine: 28-03-2008