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Martedì 12 novembre  alle  21.00, al cinema Kappadue,  rassegna “I martedì del festival”.

Non c’è lieto fine né principe azzurro nella rivisitazione che Pablo Berger fa della celebre favola dei fratelli Grimm, Biancaneve.

Al secondo lungometraggio, il regista basco reinventa la storia, la ambienta nella Siviglia degli anni Venti, usa il bianco e nero e confeziona un film muto (i dialoghi sono riassunti in didascalie) che in Spagna è stato molto apprezzato e ha ottenuto dieci premi Goya. Tutto ciò è Blancanieves (90’), quinto titolo della rassegna “I martedì del festival”, in programma il 12 novembre alle 21.00, al cinema Kappadue.

Negli ultimi anni, la fiaba della fanciulla vessata da una matrigna malvagia e invidiosa è approdata per ben due volte al cinema: con Biancaneve (Mirror mirror) del regista indiano Tarsem Singh e Julia Roberts nei panni della regina cattiva e con Biancaneve e il cacciatore (Snow White & The Huntsman) dell’inglese Rupert Sanders che ha voluto Kristen Stewart e Charlize Theron tra gli interpreti principali.

Pablo Berger plasma l’idea dei fratelli Grimm a modo suo. La storia di Biancaneve e i sette nani diventa quindi quella della figlioletta di un celebre torero, nata in tragedia (madre morta di parto, padre contemporaneamente costretto in sedia rotelle a seguito di una drammatica corrida) e continuata peggio quando, dopo la morte della nonna che si prendeva cura di lei, finisce nelle grinfia di una matrigna sadica e crudele. Solo allora entrano in scena i nani, ma non importa, perché Biancaneve o meno, bastano poche inquadrature a far innamorare lo spettatore di un film spietato e commovente, anche grazie ai volti pieni di forza e sentimento della perfida matrigna Maribel Verdú e delle Carmen, tutte occhi e dolce determinazione, di Sofía Oria prima e di Macarena García poi.

Essendo un film muto, si è detto che Blancanieves sia in qualche modo debitore del fortunato The Artist del regista francese Michel Hazanavicious ma per molti critici l’opera spagnola è di gran lunga migliore perché Berger mostra una maggiore capacità narrativa oltre all’abilità di mescolare codici e linguaggi in un intreccio fra Federico Fellini, Tod Browning e Luis Buñuel. Inoltre il film di Berger è privo di ogni strizzata d’occhio e di ogni affettazione, assorbito completamente dalla sua estetica e dalla sua poetica.
In prima visione per Verona.

 Proiezione alle ore 21.00 al Cinema Kappadue, via Rosmini 1.
Biglietti: 5 € intero, 4 € ridotto, 3.50 € over ’60.

Questo programma è stato realizzato grazie al contributo del Cinema Kappaduee in collaborazione con Cassa di Risparmio del Veneto.

Info: www.imartedidelfestival.comune.verona.it
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