Rigoletto

Giovedì 17 novembre 2011 ore 20.30 Rigoletto di Giuseppe Verdi conclude la Stagione Lirica e di Balletto 2010-2011 della Fondazione Arena di Verona al Filarmonico. La regia dell'opera è affidata ad Arnaud Bernard e la direzione musicale ad Andrea Battistoni.

Lo spettacolo replica venerdì 18, sabato 19, domenica 20 e martedì 22 novembre.

Il 17 novembre 2011 Rigoletto torna dopo 24 anni al Teatro Filarmonico - in una coproduzione con l'Opera di Losanna, Opera di Marsiglia, Opera Teatro di Avignone e dei Paesi di Vaucluse e del Sindacato Misto dell'Opera di Angers e Nantes, e l'Accademia Filarmonica di Verona - per la regia di Arnaud Bernard, apprezzato regista de La Bohème nel cartellone lirico estivo 2011. La direzione dell'Orchestra dell'Arena di Verona è affidata al giovane veronese Andrea Battistoni, applauditissimo esordiente sul podio areniano con Il Barbiere di Siviglia per l'89° Festival lirico. Andrea Cristofolini guiderà il Coro areniano. Completano il team creativo lo scenografo Alessandro Camera e la costumista Katia Duflot.

Stefania_Bonfadelli_ph._Antonella_Anti_anti_rAlberto_Gazale_ph_Antonella_Anti_rAndrea_Battistoni_ph_Antonella_Anti_rIsmael_Jordi_ph._Antonella_Anti_r

Nel ruolo del protagonista Alberto Gazale, definito il "baritono verdiano" erede della scuola italiana, che si da il cambio con il coreano Leo An, recentemente apprezzato interprete nella Turandot che ha inaugurato la Royal Opera House a Muscat, in Oman. Gilda è il soprano veronese Stefania Bonfadelli, che si alterna ad Annamaria Dell'Oste. Il giovane tenore spagnolo Ismael Jordi si avvicenda nei panni del libertino Duca di Mantova con Armaldo Kllogjeri, interprete del ruolo dal 2006.

Assente dal 1987, Rigoletto vanta tra le sue rappresentazioni storiche al Filarmonico di Verona l'interpretazione nel dicembre 1851 del baritono Felice Varesi nel ruolo del titolo, già acclamato alla Prima esecuzione assoluta dell'opera a Venezia nel marzo dello stesso anno. Sedici anni dopo, entrata Verona a far parte della neonata Italia, vi giunge Giuseppe Garibaldi ed assiste ad una rappresentazione del melodramma verdiano, il 7 marzo 1867: grande l'entusiasmo tra il pubblico.

Rigoletto, definita dallo stesso Giuseppe Verdi la sua «opera migliore», viene terminata il 5 febbraio 1851 a Busseto. Il soggetto che ha folgorato Verdi è incentrato sulla drammatica figura del buffone di corte Triboulet del romanzo Le Roi s'amuse di Victor Hugo, come il compositore scrive più volte nel 1850 all'amico librettista Francesco Maria Piave: «Oh, Le Roi s'amuse è il più gran soggetto che ho trovato finora, e forse il più gran dramma dei tempi moderni. [...] Io trovo appunto bellissimo rappresentare questo personaggio esternamente difforme e ridicolo, internamente appassionato e pieno d'amore». E dalla combinazione di ricchezza melodica e potenza dell'azione scenica, in grado di delineare caratteri psicologicamente complessi, risulta un'opera in tre atti grottesca e sublime, che ruota attorno al leitmotiv della maledizione. Un tema che ricorre fin dal Preludio in una riuscita simbiosi di musica e testo.

Anche il Rigoletto verdiano subisce la sorte della sua fonte letteraria. Inizialmente è soggetto alla censura austriaca, ma grazie alla tenacia di Verdi va in scena per la prima volta l'11 marzo 1851 al Teatro La Fenice di Venezia con grande successo. Se il romanzo denunciava le dissolutezze della corte francese ed il libertinaggio del re Francesco I, l'opera riambientata nella cinquecentesca Corte di Mantova porta in evidenza le tensioni sociali e la subalterna condizione della donna della realtà ottocentesca, temi nei quali il pubblico può facilmente rispecchiarsi. Rigoletto per la sua vena "verista" andrà a formare insieme ai successivi Il Trovatore e La Traviata la cosiddetta "trilogia popolare" verdiana, premessa alla nascita del dramma borghese di fine Ottocento.

Argomento

Atto I. Durante una festa nel suo palazzo, il Duca di Mantova si vanta d'essersi invaghito di una fanciulla, che si scoprirà essere Gilda, la figlia di Rigoletto il buffone di corte. Al contempo però, da libertino convinto, corteggia la Contessa di Ceprano, provocando la rabbia del marito deriso da Rigoletto. Di quest'ultimo un cortigiano racconta agli amici che, per quanto gobbo e deforme, vive in casa con un'amante (in realtà Gilda). Irrompe il Conte di Monterone che maledice Rigoletto per averlo schernito ed il Duca per avergli sedotto la figlia. Rigoletto, dopo essersi imbattuto nel sicario Sparafucile, torna a casa turbato ed affida Gilda alla domestica Giovanna. Nel frattempo il Duca, travestito da studente confida il suo amore, ricambiato, a Gilda. Sullo sfondo un gruppo di cortigiani sta organizzando il rapimento della presunta amante del buffone, riuscendo pure a farsi aiutare da Rigoletto stesso che crede di rapire la Contessa di Ceprano.

Atto II. Il Duca è turbato perché non trova più Gilda e medita di vendicarsi, quando giungono i cortigiani con la ragazza: questi ordina di volerla al più presto nella sua camera. Sopraggiunge Rigoletto simulando indifferenza per l'accaduto, ma scoperto che Gilda è prigioniera del Duca sfoga la sua rabbia contro i cortigiani fino a invocare pietà. Gilda stessa però svela come il Duca l'abbia sedotta sotto mentite spoglie, fino a farla perdutamente innamorare. Il buffone tenta di confortarla paternamente, quand'entra Monterone che medita sulla maledizione: alla sua vista Rigoletto decide di vendicarsi assoldando un sicario per uccidere il Duca.

Atto III. Rigoletto intende rivelare a Gilda la vera natura del suo amato e portare a compimento la sua vendetta. Alla locanda di Sparafucile, la lasciva sorella Maddalena ha attirato il Duca che la seduce inneggiando all'amore libertino. Rigoletto allora sprona Gilda, ferita, a partire alla volta di Verona travestita da uomo. Intanto Maddalena, cedendo alle malie del Duca, implora il fratello di non uccidere l'amato, bensì il mandante Rigoletto. Sparafucile sigla allora un compromesso: a mezzanotte ucciderà il primo uomo che entrerà nell'osteria e ne consegnerà il corpo a Rigoletto. Gilda, sentite queste parole, decide di sacrificarsi per il Duca: bussa alla locanda e viene pugnalata da Sparafucile che consegna il corpo, chiuso in un sacco, a Rigoletto. Questi mentre si avvia al fiume per gettare il cadavere, sente il canto del Duca. Sconcertato apre il sacco e vi trova la figlia morente, che spira dopo aver chiesto al padre, disperato, il perdono per sé e per il suo seduttore. La maledizione si è infine compiuta.

RIGOLETTO Melodramma in tre atti su musica di Giuseppe Verdi, Libretto di Francesco Maria Piave, Direttore Andrea Battistoni, Regia e movimenti coreografici Arnaud Bernard,Assistente alla regia Stefano Trespidi, Scene Alessandro Camera, Costumi Katia Duflot

Personaggi e interpreti

Il Duca di Mantova Ismael Jordi (17, 19, 22 novembre)
Armaldo Kllogjeri (18, 20 novembre)
Rigoletto Alberto Gazale (17, 19, 22 novembre)
Leo An (18, 20 novembre)
Gilda Stefania Bonfadelli (17, 19, 22 novembre)
Annamaria Dell'Oste (18, 20 novembre)
Sparafucile Luiz-Ottavio Faria
Maddalena Asude Karayavuz
Giovanna Milena Josipovic
Il Conte di Monterone Gianfranco Montresor
Marullo Marco Camastra
Matteo Borsa Raul d'Eramo
Il Conte di Ceprano Victor Garcia Sierra
La Contessa di Ceprano Elisa Fortunati
Usciere di corte Valentino Perera (17, 19, 22 novembre)
Nicolò Rigano (18, 20 novembre)
Paggio della Duchessa Bianca Tognocchi


Orchestra, Coro e Tecnici della Fondazione Arena di Verona

Maestro del Coro Andrea Cristofolini

In coproduzione con l'Opera di Losanna, Opera di Marsiglia, Opera Teatro di Avignone e dei Paesi di Vaucluse e del Sindacato Misto dell'Opera di Angers e Nantes e l'Accademia Filarmonica di Verona

powered by social2s