Angelo_Curtolo_fotoVeronalive - C'è qualche diversità tra i mandati che lei ha ricevuto dalle due Fondazioni, entrambe per la direzione di un teatro: il precedente per la direzione del Teatro Salieri dalla Fondazione Salieri e l'attuale per la direzione del Teatro Ristori da una Fondazione Bancaria, la Fondazione Cariverona, che è proprietaria del teatro appena restaurato?

Dott. Angelo Curtolo - Per quanto riguarda la Fondazione Salieri il mandato si trova nello Statuto, dove si precisa che la Fondazione "si propone di promuovere, sostenere e incrementare la crescita culturale, i progetti, le attività sul territorio con particolare riferimento al Teatro Salieri, in relazione alla prosa, danza, musica, letteratura, cultura, arte in generale". Queste sono in estrema sintesi le finalità, dove si sottolinea anche la volontà di "dare spazio e valorizzare la figura del compositore Antonio Salieri".

Nel caso del Teatro Ristori farei riferimento alla lettera che il Presidente della Fondazione Cariverona, ing. Paolo Biasi, mi ha indirizzato e che ho letto la sera dell'inaugurazione. In questa lettera il Presidente ha indicato che il teatro dovrà essere "aperto alle molteplici e variegate realtà locali, dovrà fare cultura e spettacolo. L'impegno dovrà riservare grande attenzione ai giovani, al mondo della scuola." Il Presidente ha poi ricordato che "la cultura è uno dei settori rilevanti di intervento della Fondazione e che quindi il teatro e più in generale le manifestazioni artistiche vi rientrano a pieno titolo". Queste sono le indicazioni. A questo aggiungiamo, come abbiamo detto in più sedi, che il teatro intende contribuire in maniera armoniosa e complementare all'offerta culturale e complessiva della città con lo scopo di tendere a migliorare la qualità della vita della comunità di riferimento, con attenzione alle fasce più giovani e alle proposte di innovazione.

Aggiungo che il Ristori, a differenza del Salieri, è stato attrezzato con impianti e attrezzature idonei per attività congressuale. Ci sono cabine per la traduzione simultanea, impianti di proiezione, schermi, sale e salette, per cui sarà possibile anche un'attività culturale.

D - La Mission, quindi ..

R - Non è solo quella tipica di un teatro ma quella di uno spazio culturale che ha come obiettivo di inserirsi armoniosamente nell'offerta culturale della città.

Un esempio svincolato dallo spettacolo, relativamente alla collaborazione con istituzioni culturali cittadine, è quello con il Festival Infinitamente, dedicato alle scienze e legato all'Università di Verona; pur non trattandosi di spettacolo, il Festival ha nel teatro Ristori una delle sue sedi principali.

Il teatro Ristori non è più il "vecchio" Ristori e non è "un altro teatro in città" - è uno spazio culturale nuovo che sarà aperto a tanti possibili usi.

D - La capienza del Ristori con i suoi 496 posti, è una caratteristica che pone più limiti o libertà nella scelta di un target di pubblico e di eventi?

R - 500 posti sono un aspetto positivo perché consente una relazione di grande vicinanza tra artisti e pubblico e quindi di grande simbiosi. Se si trattasse di una sala da 2000 posti è chiaro che tra l'artista e gli spettatori più lontani ci sarebbe una grande distanza, sia in termini fisici che psicologici. Quindi 500 posti è una qualità che ha questa sala. Certamente dal punto di vista degli incassi questo è un limite a tutta una serie di operazioni.

D - I servizi e la tecnologia di cui è dotato il Ristori, dovuti alla recente ristrutturazione, e mi riferisco agli spazi di servizio, alle sale prova, in particolare alla sala di controllo della regìa audio e video, e alle varie configurazioni che possono assumere palcoscenico e platea, possono favorire la messa in scena di alcuni spettacoli? Queste caratteristiche possono rilevarsi un vantaggio rispetto agli altri prestigiosi teatri della città di Verona?

R – Certo, come prima accennavo. Vorrei sottolineare le opportunità per l'attività congressuale e come sala di registrazione. Le sale prova consentono di avviare attività di formazione, corsi, come quello che realizziamo in collaborazione con con la Fondazione Atlantide (Teatro Nuovo) e con la Scuola Teatrale Paolo Grassi, di Milano. Si tratta di un corso di alta specializzazione per giovani attori. Disponiamo di sale prova, isolate acusticamente, dove si può lavorare mentre, nel contempo, nella sala superiore, cioè nella sala grande, può aver luogo uno spettacolo.

D - La programmazione di questo primo anno di attività può servire come chiave interpretativa della linea culturale, ma, inevitabilmente la linea si deve assestare. Verso quali proposte si sta orientando?

R - Certo, la linea si assesterà. Adesso siamo partiti con queste aree; però l'attività del teatro, complessivamente, non si esaurisce con quanto viene pubblicato; l'attività di concessione a terzi non viene comunicata, ma esiste. Il teatro va valutato nel suo complesso, incluse queste attività. Si vedranno alla fine di questa prima programmazione i risultati. Si potrebbe anche affermare che, con ogni probabilità, continueranno le linee di danza, i progetti musicali innovativi, i Dialoghi della Fondazione Cariverona dedicati all'economia e l'attenzione al mondo delle scienze.

D - Quindi obiettivi di crescita e di acquisizione di un pubblico giovane e nuovo e non competizione con gli altri teatri?

R - Certamente. Non siamo in competizione, perché quando ad esempio presentiamo danza, andiamo a integrare l'offerta cittadina

D - Nel suo ruolo di direttore del Salieri prima e del Ristori oggi, c'è un sogno nel cassetto che non ha ancora realizzato?

R - Il sogno sarebbe quello di presentare grandi musical e le grandi compagnie di danza internazionali - ma ci vorrebbe un palcoscenico un po' più largo

D - Prima ha parlato di innovazione nei progetti musicali, nel campo della musica? Cosa intende?

R - Per esempio il progetto che realizziamo con Brunello e quello con Bollani.

D - Ma si tratta di mostri sacri, già molto noti, in che senso sono progetti innovativi?

R - Sono due progetti in cui si cerca di raccontare la musica.

La "classica" veicola sistemi di pensiero che richiedono all'ascoltatore impegno, attenzione. La nostra vita d'oggi procede per frammentazione e sintesi – mentre la "classica" è costruita perlopiù in modo compatto e articolato.

Ho perciò chiesto a un grande musicista innovatore, il violoncellista Mario Brunello, di farci scoprire, passo dopo passo, la bellezza della musica cosiddetta "classica". Il progetto sarà una sorta di avvicinamento alla celebre Sinfonia in sol minore di Mozart. Nel percorso, che verrà presentato agli studenti nell'arco di tre mattine (e ripreso anche di sera per il pubblico adulto), si affiancheranno al musicista, qui anche narratore e direttore, il compositore Michele dall'Ongaro (direttore della programmazione musicale di Rai-RadioTre e sovrintendente dell'Orchestra Sinfonica della RAI) come narratore, la violinista Sonig Tchakerian, il violista Danilo Rossi, i pianisti Andrea Lucchesini e Edoardo Strabbioli; e l' Orchestra Giovanile Italiana. Questo progetto è realizzato in collaborazione con RAI-Radiotre.

Si parte il primo giorno dal 1° e 2° movimento della Sinfonia in sol minore di Mozart, la più conosciuta; il secondo giorno dagli altri due movimenti. Solo il terzo giorno si potrà ascoltare l'intera Sinfonia, preceduta da una prova.

Partendo dai primi due movimenti e guardando all'interno si stabiliranno nessi, si individueranno relazioni, riferimenti, ispirazioni .. partendo dalla musica si spiegherà la musica con altre musiche, magari di Beethoven, di Schubert, di Brahms, di Bach, di compositori venuti sia prima che dopo Mozart. Dopo questo lavoro di due giorni si ascolterà la Sinfonia. Non solo, prima si ascolterà la prova. Il pubblico sarà disposto in modo da vedere il direttore d'orchestra in faccia, potrà capire anche le occhiate, le indicazioni che il direttore darà ai musicisti.

Con Stefano Bollani ( di cui ricordiamo il recente successo televisivo di Sostiene Bollani) ho voluto allargare la prospettiva: gli è stato chiesto di commentare le relazioni fra la musica brasiliana, il jazz e la "classica". Quindi andremo a capirne un po' di più sia della musica brasiliana ma anche della classica e del jazz. Questi tre generi musicali verranno messi in relazione con continui esempi. Bollani ha risposto chiamando due grandi musicisti carioca come Hamilton De Holanda, al bandolim, e la voce di Marcos Sacramento.

Anche in questo caso una tre-giorni dedicata alle scuole alla mattina e ripresa poi la sera.

D. C'è un Teatro, un direttore, di oggi o di ieri al quale si ispira?

R. Due nomi: Paolo Grassi e Sergej Djagilev.

Mara Vicentini

Martedì 31 gennaio 2012 ore 11.00

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