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La parola che si confronta con l'azione, il gelo incombente della morte contro il fuoco della vitalità. Due poli estremi si confrontano, si attraggono e respingono, nel terzo spettacolo in programma per il Grande teatro veronese. In un allestimento minimale, un cubo prospettico descritto da fasci di luce fluorescente, Leo Gullotta (con la regia di Fabio Grossi) riporta in scena un testo scritto da Giuseppe Patroni Griffi sul finire degli anni settanta.

Un testo poco noto e frequentato, che nella sua scabra difficoltà racchiude però una traccia di universalità. Protagonista è un intellettuale ultracinquantenne, "professore" senza nome, che si abbandona a una vita senza scopo, lasciandosi tutto alle spalle: il successo letterario ma anche i rapporti umani, con la famiglia, la moglie e i figli. Ultima ragione per proseguire nella sua ricerca, cinicamente disperata, è il rapporto con un giovane "selvaggio", suo opposto irriducibile (ma anche suo complemento), un giramondo edonista a cui si lega in una relazione di natura platonica, ma non priva di scabrosità. Gli anni, occorre ricordarlo, sono proprio quelli segnati dal mito (e dalla tragica morte) di Pier Paolo Pasolini, ma il testo segue anche una filigrana quasi manniana, nell'archetipo dello scrittore decadente ammaliato da un sogno di giovinezza irraggiungibile.

Il tema è quindi senza dubbio il conflitto

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Stop-Violence-Against-Women-1

Visibili al Teatro Camploy fino al 2 dicembre, le installazioni realizzate in occasione del 25 Novembre, Giornata Internazionale per l'eliminazione della Violenza sulle Donne.

Sarà visibile fino al 2 dicembre "Voce all'Arte", la sezione allestita in occasione della Maratona Madri contro la Violenza, organizzata per il 25 Novembre, Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne, nel foyer del Teatro Camploy, nell'ambito del progetto curato da Maria Teresa Ferrari e promosso dalla Commissione Pari Opportunità della Provincia di Verona, presieduta da Antonia Pavesi, e da Telefono Rosa, in collaborazione con l'Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Verona, con il sostegno di Banca Popolare di Verona e Fondazione Cattolica.

Già viste da centinaia di persone che hanno partecipato alla Maratona, ma anche dagli spettatori di queste serate al Camploy, le installazioni vogliono continuare a tenere viva l'attenzione sul tema perché dopo il 25 Novembre, giornata di riflessioni e spunti, si passi all'azione per un sostanziale cambiamento.

All'ingresso, una "selva" di targhette da obitorio con i nomi delle oltre 200 vittime di femminicidio degli ultimi due anni. Una realizzazione congiunta di Iaia Zanella e Giancarlo Beltrame. Nel foyer, l' installazione di Iaia Zanella, Anime. Un simbolico armadio diventa contenitore di Anime: gli abiti bianchi appesi sono attraversati da un filo rosso che ricorda i

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ProgettoMondoMlal

Giovedì 5 e venerdì 6 dicembre 2013. Dal Burkina Faso a Verona per metterci in guardia sulle possibili conseguenze che sul nostro ambiente può avere una cattiva gestione delle risorse comuni da parte dell'uomo. Suleimane Koumare e Olivier Some, dell'Associazione Siraba di Bobo Dioulasso, sono infatti protagonisti della piece "Un monde possible", che porta in scena la relazione tra uomo e ambiente.

Lo spettacolo, a ingresso gratuito, verrà rappresentato a Verona, al circolo Cañara giovedì 5 dicembre alle 20.30, e al Binario 0 (ex sala d'aspetto della stazione FFSS) di Villafranca venerdì 6 dicembre alle 20.45.

L'avvio è da commedia e racconta la creazione del mondo ma poi, quando con la creazione dell'uomo, il tono si fa meno comico per arrivare a un finale che consegna agli spettatori la responsabilità di evitare la tragedia di un mondo futuro, ostile e invivibile, a causa della nostra indifferenza riguardo ai temi dell'ambiente.

Una messa in scena apparentemente semplice e diretta, dunque, ma che raggiunge lo spettatore con musiche e immagini ideate in uno dei Paesi più vivaci e interessanti del panorama culturale africano, portandolo a riflettere sulla necessità di cambiare il proprio atteggiamento, sia a livello personale che sociale, verso l'ambiente e le risorse naturali del pianeta.

Lo spettacolo viene promosso dall'Ong ProgettoMondo Mlal che in

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Scritto da Henrik Ibsen nel 1890, Hedda Gabler è un dramma che riassume in sé tutti gli elementi salienti della "fase sociale" del suo teatro. Al centro, una figura di donna spesso indicata come femminista "ante litteram" (con tutte le riserve del caso), e certo ancora più complessa della Nora di Casa di bambola.

Tutto attorno, una società moralmente corrotta, capace unicamente di soffocare i bisogni dell'individuo, esaltandone in maniera sconsiderata le ambizioni. E il fascino maggiore di questa pièce risiede proprio nel fatto che la protagonista non è affatto eroina emancipata, ma semmai vittima e complice di questa corruzione. Sempre a rischio di forzature e anacronismi, non si può non sottolineare il carattere "freudiano" della sua caratterizzazione psicologica. Quel che ne risulta, insomma, è un dramma amaro e spietato, che affascina proprio per la sua indagine nei recessi più bui della vita e della società (quella di fine ottocento, s'intende, ma anche quella attuale).

Dati per acquisiti questi pregi innegabili, lo spettacolo però non riesce a convicere appieno. Lo stesso testo ibseniano, in primo luogo, lascia qualche dubbio di tenuta: il personaggio di Hedda Gabler si staglia potente al centro della scena, con tutti i suoi tormenti e la sua viscerale contraddittorietà, ma attorno a lei ruota un insieme di figure

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Invisibili_Mohamed_Ba

Sabato 23 novembre ore 21.00 e domenica 24 ore 16.30 al Teatro Laboratorio all'Arsenale è di scena “Invisibili”, di e con Mohamed Ba, uno spettacolo che tutti dovrebbero vedere. Due cittadini africani s'incontrano su di una spiaggia e cercano di sopravvivere sognando una vita migliore dall'altra parte della barriera. Le memorie di un popolo passato dalla schiavitù alla schiavitù degli aiuti, un percorso tra passato e presente attraverso le testimonianze, i ricordi, le speranze di chi lascia tutto senza nulla dimenticare. Mohamed Ba è contemporaneamente il custode della tradizione africana e il rinnovatore che canta le contraddizioni storiche, i sogni e i dolori del continente nero e porta il pubblico a chiedersi: che ne sarebbe della nostra vita, a noi del nord del mondo, se non fossimo nati qui? Persino invecchiare non sarebbe permesso. Miracolosamente sopravvissuto a un attentato razzista il 31 maggio 2009 a Milano, torna in teatro per raccontare i temi a lui più cari: il razzismo, la xenofobia, l'orgoglio per la cultura africana, il senso di inadeguatezza del migrante, il multiculturalismo. Mohamed Ba è nato a Dakar, in Senegal. Mediatore e animatore culturale, ha aderito al movimento per la promozione della letteratura africana e al circolo dei giovani scrittori per l’alfabetizzazione nelle zone rurali. Migrato in Francia, è stato coordinatore dell’operazione

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teatro_nuovo_verona

L’iniziativa giunta al terzo anno e ideata dal Teatro Stabile di Verona con il contributo della Fondazione Cariverona, è dedicata ai giovani dai 18 ai 26 anni che vivono, lavorano o studiano a Verona, offrendo loro l’ingresso a teatro a soli 3 euro.

L’applicazione delle agevolazioni tariffarie è subordinata al possesso di una Card dedicata nominativa che si potrà richiedere gratuitamente al Teatro Nuovo. I giovani potranno richiedere la propria Card esibendo un documento di identità valido.

I biglietti degli spettacoli in promozione, all’interno della programmazione teatrale del Teatro Stabile di Verona per la stagione 2013/2014, saranno messi in vendita con la speciale tariffa a 3 euro, 15 giorni prima di ogni spettacolo e fino a 2 giorni prima della rappresentazione teatrale stessa. Il quantitativo di biglietti in promozione sarà consultabile sul sito www.teatrounder26.it nella sezione “Spettacoli”.

 Il Teatro può fare molto nella promozione della conoscenza come patrimonio sociale, come strumento essenziale di qualificazione della persona e delle relazioni, può essere opportunità per tutte le persone di partecipare con consapevolezza alle trasformazioni del proprio mondo.

 Ci si rivolge al futuro investendo sulle nuove generazioni anche attraverso lo strumento mediato delle arti figurative ed in particolar modo del teatro, per favorire l’accesso ad un “nuovo” pubblico anche ai cosiddetti luoghi convenzionali, per

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