La Verona in cantiere di Oppi
07-07-2017
08-09-2017

La Verona in cantiere di Oppi

7 luglio - 8 settembre 2017: Tour espositivo nei quartieri della mostra “VERONA IN CANTIERE. Gli scatti fotografici dello Studio Oppi” per avvicinare i cittadini alla storia della città. L’esposizione fotografica dopo essere stata allestita nella sede dell’Ordine degli Ingegneri di Verona (Via Santa Teresa 12) è ora alla Galleria Fuori le Mura (Via Fra Castoro 15) con orario lunedì - venerdì dalle ...

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Silvano Girardello, Autoritratto, 1984

Una settantina i quadri di Silvano Girardello in esposizione al “piano nobile” del Palazzo della Gran Guardia (28 giugno – 16 luglio 2017, orario 10-20, ingresso libero) in occasione dell'antologica dal titolo “Chi viene a giocare con me?”. Organizzata dall'Associazione Culturale Wundercammer e dalla famiglia Girardello la mostra è a cura di Luigi Meneghelli.

 



Dalle iniziali prove che risentono ancora di vaghi echi picassiani alle superfici afflitte da ferite, tagli, solchi sulfurei dei primi anni ‘60, dalla contaminazione ironica di stili, tecniche, linguaggi del periodo Pop all’introduzione di distorte presenze oniriche e fantastiche, un po’ come nelle immagini fintamente ingenue, quasi popolari e “da baraccone” degli inglesi Hockney o Hamilton.

 

“C’è chi, in presa diretta con la realtà, inserisce una pera e una mela in un quadro e realizza una natura morta. Ma c’è anche chi ripensa a tutti i quadri realizzati dai pittori su quel motivo e tenta di reinventare uno spazio nuovo dove inserirlo e mutarne il senso e il significato”. È una delle tante annotazioni “a margine” con cui Silvano Girardello (Giacciano, Rovigo, 1928 – Verona, 2016) riempie i fogli che fanno da progettazione e riflessione per l’opera a venire. Ma è una frase che sembra concentrare in sè tutti i metodi e le ragioni

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Maya_Palazzo_Gran_Guardia_Verona
8 ottobre 2016 -  5 marzo 2017, Palazzo della Gran Guardia
A 18 anni di distanza dalla mostra del 1998 sui Maya di Venezia, torna in Italia il racconto della storia di un popolo, di una delle civiltà più interessanti dell'America precolombiana, che non cessa di affascinarci per le sue conoscenze matematiche, per i suoi raffinatissimi sistemi calendariali e per le sue realizzazioni artistiche.
L'esposizione, incentrata sulle tematiche specificamente artistiche di questa civiltà, presenta sculture, stele monumentali, elementi architettonici, figure in terracotta, maschere in giada, strumenti musicali e incensieri, che daranno ai visitatori la possibilità di esplorare gli aspetti artistici di una delle civiltà più affascinanti della storia, attraverso il tema universalmente riconosciuto della bellezza.
 
La mostra di Verona affronta per la prima volta il tema della cultura di questo antico popolo attraverso le parole e i testi degli stessi Maya, utilizzando la più grande rivoluzione antropologica dell'ultimo secolo: la decifrazione della loro scrittura. Parallelamente, l'esposizione offre uno sguardo nuovo, innovativo e sorprendentemente attuale sull'arte maya a partire dall'individuazione dei maestri, delle scuole e degli stili: finalmente si ha la possibilità di rapportarsi alle opere attraverso una lettura storico-artistica e non solo archeologica.
 
I tre grandi periodi - preclassico, classico e postclassico - che dal 2000 a.C. al 1542 d.C. che hanno
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Il_flauto_magico
14 ottobre 2016 – 8 gennaio 2017, Museo di Castelvecchio
Inaugurazione 14 ottobre, ore 19.00
Il Flauto Magico è il titolo della mostra (a cura di Andrea Bruciati in collaborazione con Ketty Bertolaso, Margherita Bolla, Alba Di Lieto) che vuole essere un omaggio al Museo di Castelvecchio e alle sue preziose Collezioni da parte di 16 tra i più rappresentativi collezionisti italiani.
 
Il progetto espositivo pone Il flauto magico di Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791) come sorgente per una ricca storia di percezioni e vissuti, resi poi artisticamente concreti nei diversi media dei lavori in mostra. L'opera mozartiana è oggi di nuovo al centro dell'attenzione nel momento in cui i parametri raziocinanti sembrano incapaci di dirimere la gestione della realtà. Ogni lavoro in mostra fungerà da reagente utopico, dove l'assoluto romantico si incaglia e umanamente fallisce.
 
Segue l'elenco degli artisti le cui opere, selezionate dalle Raccolte dei collezionisti, dialogano con gli spazi e i percorsi espositivi museali: Gianni Caravaggio/Rocca San Giovanni, 1968; Loris Cecchini/Milano, 1969; Tony Cragg/Liverpool, 1949; Nathalie Djurberg/Lysekil, 1978; Marlene Dumas/Città del Capo, 1953; Jimmie Durham/Washington, 1940; Hans-Peter Feldmann/Düsseldorf, 1941; Giorgio Griffa/Torino, 1936; Hannah James/Nottingham, 1985; Oliver Laric/Innsbruck, 1981; Elad Lassry/Tel Aviv, 1977; Fausto Melotti/Rovereto, 1901-1986; Vik Muniz/San Paolo, 1961; Pietro Roccasalva/Modica, 1970; Arcangelo Sassolino/Vicenza, 1967; Xavier Veilhan/Lione, 1963.
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Paolo_Masi_Chiesa_di_SantEufemia_Verona_pp

dal 16 settembre 2016, Chiesa di Sant'Eufemia, Verona

Paolo Masi (Firenze 1933) artista che da sempre pratica la sperimentazione, libero da vincoli accademici, in collaborazione con Spazio Cordis, presenta un suo lavoro site specific nella Cappella Spolverini-Dal Verme della Chiesa di Sant'Eufemia di Verona.

Si tratta di un'opera "Camminate come figli della luce" dove uno specchio tondo interagisce con lo spazio che lo circonda creando suggestioni e visioni uniche, in sintonia con suoi interventi precedenti come "Riflessioni riflesse" del 2010 nel Chiostro di Sant'Antonio al Museo di San Marco.

Visitabile tutti i giorni dalle 9.00 alle 18.00 tranne durante la Messa (il sabato alle ore 19.00 e la domenica alle ore 10.00, 11.00, e 19.00).

Per tutta la durata della mostra (fino a metà ottobre) dopo ogni Santa Messa, della durata di circa 45 minuti, viene organizzata una visita guidata.

Paolo_Masi_Camminate_come_figli_della_luce_Verona

Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi alla Parrocchia di Sant'Eufemia: tel 045.8000720

Foto di Antinella Anti

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First_Step_7_Accademia_Verona
1 – 8 ottobre 2016
Giunto alla settima edizione, First Step rappresenta ormai un appuntamento di interesse e di rilevanza culturale per l'arte contemporanea veronese quale momento di presentazione delle tendenze artistiche emergenti, di cui gli studenti dell'Accademia sono portavoce ed espressione.
 
La manifestazione sarà ufficialmente inaugurata sabato 1 ottobre e proseguirà fino all'8 ottobre, quando terminerà con un Finissage organizzato presso l'Accademia di Belle Arti.
Sono 21 gli studenti dell'Accademia le cui opere sono state selezionate in rappresentanza delle diverse espressioni artistiche: Beatrice Bergamo, Andrea Bonetti, Elia Carollo, Valentina Cavion, Silvia Dal Bon, Dario De Leo, Angelica Fornalè, Elena Grigoli, Xhimi Hoti, Stephen Ingham, Yulin Liu, Rabeah Mashinchi, Mario Mazzoldi, Martina Messora, Elisa Pellizzari, Veronica Rigotti, Barbara Ruperti, Noemi Saia, Giacomo Segantin, Alice Voglino, Martino Zulian.
 
Ogni artista-studente ha la possibilità di presentare una rosa di opere in un spazio espositivo, mentre una collettiva degli studenti sarà proposta all'interno di Accademia Gallery.
Curatrice dell'evento è Marta Ferretti; il coordinamento è dei professori Davide Antolini, Giovanni Morbin, Daniele Nalin.
 
Le gallerie d'arte e gli spazi cittadini coinvolti nell'evento First Step 7 sono:
Accademia Gallery, via Montanari 5
Arena Studio d'Arte, Via Oberdan11
Artericambi, Via Leida 6A
Galleria Fuori Le Mura, Via G. Fracastoro 15
Isolo17 Gallery, via XX Settembre 31B
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Daniele_Girardi_Bivacco_17_2016_pp

da sabato 24 settembre al 31 dicembre 2016

Claudio Costa (Tirana 1942 – Genova 1995) e Daniele Girardi (Verona 1977). Due artisti di generazioni diverse e di diverse modalità espressive: il primo che cerca di comprendere ciò che ci viene dal profondo, dalle stagioni trascorse, dalla vita passata e il secondo che cerca di investigare lo scorrere di un tempo di cui non conosciamo ancora le coordinate, i sensi, gli umori.

"Vorrei che il mio lavoro fosse un fiume lavico che dalla foce risalga alla sorgente", ha scritto Claudio Costa. Forse Daniele Girardi potrebbe dire: "Cerco di uscire dalla realtà del presente, per sperimentare un cammino quasi spirituale alla scoperta delle primordiali leggi della natura".

Due artisti lontani, ma anche vicinissimi, perchè entrambi cercano di far affiorare immagini segrete, sepellite o ancora nascoste. Se per Costa la creazione è un "work in regress", per Girardi è sempre un "work in progress". Per entrambi, comunque si tratta sempre di esorcizzare la morte ed esaltare la vita.

Lo stesso ferro arrugginito, il materiale degradato, distrutto, intaccato dagli agenti atmosferici, roso dall'uso, che impiega Costa, lascia emergere potenzialità espressive eccezionali. E le colle, i legni, le argille, le fotografie, le radiografie che potrebbero suggerire un'idea di fissazione, in realtà diventano interminabili interrogazioni, scambi, cortocircuiti visivi.

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Andrea-Mastrovito_particolare_dellopera_acquisita_dal_Fondo_Privato_Acquisizioni_ArtVerona_2015
14 al 17 ottobre 2016
La 12a edizione di ArtVerona | Art Project Fair, in programma a Veronafiere con la direzione artistica di Andrea Bruciati e la partnership di ANGAMC (Associazione Nazionale Gallerie d'Arte Moderna e Contemporanea) concentra le sue azioni nell'attenzione e cura ai suoi principali interlocutori:  espositori e collezionisti. Al critico d'arte Antonio Grulli, entrato a far parte dello staff della manifestazione, sono state affidate le relazioni con i collezionisti e il tradizionale talk, curato da Adriana Polveroni, apre quest'anno un focus su scenari, prospettive e passioni che stanno alla base della nascita di una collezione.
 
Il connubio tra ragione e sentimento che muove il collezionista, è al centro del programma culturale in città, quest'anno ispirato a Wolfgang Amadeus Mozart, figura dal pensiero sempre attuale, fonte di ispirazione per gli artisti contemporanei. Tra le mura del Museo di Castelvecchio, attraverso Il flauto magico, mostra curata da Andrea Bruciati, vengono proposte 16 opere provenienti da altrettante Collezioni italiane di rilievo, in dialogo con gli spazi e i percorsi espositivi riletti da Carlo Scarpa. Completano l'indagine Roberto Pugliese. La finta semplice al Museo degli Affreschi, Hermann Nitsch e il Teatro al Museo AMO, Raffaella Formenti. Note in do-lenti in Piazza dei Signori, Così fan tutte, rassegna di videoarte alla Protomoteca della
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Valle_del_Tasso_2012
9 luglio - 18 settenbre 2016, Pazzon di Caprino Veronese
Inaugura il 9 luglio alle ore 16.30 nella centrale Piazza della chiesa di Pazzon l'ottava edizione di Sentieri nell'arte dal titolo Natura "Natura", a cura di Nadia Melotti e con il coordinamento organizzativo di Giorgio Brunelli,  promossa e curata dall'Associazione Culturale Baldofestival in collaborazione con Incontrarte. Segue la visita guidata alla mostra lungo il torrente Tasso. Al termine degustazioni di prodotti tipici.
L'evento che si svolge ogni due anni nella valle del torrente Tasso ai piedi del Monte Baldo, quest'anno apre con una riflessione sul rapporto "arte natura, uomo natura" partendo dall'assenza di uno degli ideatori di questa manifestazione, il dott. Dario Trento, importante Storico dell'Arte venuto a mancare lo scorso agosto.
 
Natura "Natura" è vita e luce se si considera l'etimologia della parola che ci riporta al concetto di nascita, letteralmente ciò che sta per nascere, e di luce che, secondo Heidegger, possiamo dedurre nella connessione tra le parole physis, phaos e phòs. Natura "Natura" è anche una riflessione di J.W.Goethe in termini di esperienza sensibile e spirituale che non conosce passato e futuro ma la cui eternità è il presente come atto d'amore.
 
Natura "Natura" è l'incontro riflessivo, empatico, creativo con un territorio fatto da Beni Altmüller, Cristina Annichini,
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Claudio_Verna_01
 
"Gli anni della Pittura analitica" è il titolo di una mostra che fa il punto su un gruppo di artisti italiani che a partire dai primi anni '70 lavorano sulla pittura pittura. Alberto Rigoni il curatore della mostra scrive in catalogo: "Per selezionare gli artisti, si è considerata la loro frequenza di partecipazione a oltre sessanta mostre collettive organizzate in quel decennio dedicate a quei temi".
 
Carlo Battaglia, Enzo Cacciola, Paolo Cotani, Marco Gastini, Giorgio Griffa, Riccardo Guarneri, Claudio Olivieri, Elio Marchegiani, Carmengloria Morales, Pino Pinelli, Lucio Pozzi, Claudio Verna e Gianfranco Zappettini sono gli artisti le cui opere storiche sono presenti in Gran Guardia nella mostra che ha come titolo "Gli anni della Pittura analitica. I protagonisti le opere la ricerca". Anche se la pittura periodicamente viene data per morta e l'Arte Concettuale la sostituisce con la semplice parola, la "Pittura analitica" riprende in mano tutti gli elementi fondanti del dipingere (superficie, colore, gesto, ecc.) e ne sonda tutte le possibilità espressive.Claudio_Olivieri_Giorgio_Griffa_Carlo_Battaglia_e_Claudio_Verna_alla_XXXV_Biennale_di_Venezia_1980_pp
 
"Restituire uno spaccato del passato come fosse un'istantanea, rileggere la storia come fosse una cronaca." Così inizia il saggio di Luigi Meneghelli dal titolo "Colori e piombo" che mette in luce il clima socio-culturale negli anni settanta. Ed è a questo che la mostra e gli
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Anna_Maria_Maiolino_Entrevidas_Between_Lives_dalla_serie_Photopoemaction_pp
17 aprile - 12 giugno 2016, Padiglione d'Arte Contemporanea di Ferrara Artiste dall'America Latina, un percorso di ricerca ed esplorazione della creatività femminile internazionale.
 
Da sempre attenta al rapporto fra arte e la società contemporanea, la Biennale Donna intende concentrarsi sulle questioni socioculturali, identitarie e geopolitiche che
influenzano i contributi estetici dell'odierno panorama delle donne artiste. In tale direzione, la rassegna di quest'anno dal titolo "Silencio Vivo" ha scelto di spostare il proprio baricentro sulla multiforme creatività latinoamericana, portando a Ferrara alcune delle voci che meglio rappresentano questa eccezionale pluralità espressiva: Anna Maria Maiolino (Italia- Brasile, 1942), Teresa Margolles (Messico, 1963), Ana Mendieta (Cuba 1948 – Stati Uniti 1985) e Amalia Pica (Argentina, 1978).

Ana Mendieta, una delle più incisive figure di questo vasto panorama artistico, è presente con un nucleo di opere che ne esaltano l'inconfondibile impronta sperimentale, dalle note Siluetas alla documentazione fotografica delle potenti azioni performative risalenti agli anni '70 e primi '80. Al centro, l'intreccio di temi a lei sempre cari, quali la costante ricerca del contatto e il dialogo con la natura, il rimando a pratiche rituali cubane, l'utilizzo del sangue – al contempo denuncia della violenza, ma anche allegoria del perenne binomio vita/morte – o l'utilizzo del corpo come contenitore dell'energia universale.
 
Il corpo come
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